Il testo di una mail, pubblicata oggi dal settimanale Novaraoggi, riporta la proposta di un preventivo che l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Novara Marco Bozzola, architetto e professionista con studio in Novara in via dei Cattaneo, invia il 7 gennaio 2013 al titolare dell’Albergo Italia Mario Berti ed al Gruppo Pancioli Hotels, di cui appunto l’albergo fa parte. La missiva emerge dalle carte dell’inchiesta Giordano e fu sequestrata nel corso delle perquisizioni che si svolsero, pochi giorni dopo, anche negli uffici di Berti gestore al contempo del bar Coccia finito nel mirino delle indagini.
L’importo totale dei lavori di ristrutturazione, come si legge nel documento, è inizialmente di tre milioni e novecentomila euro ma “abbiamo tuttavia ritenuto di poter guidare la realizzazione delle idee che abbiamo condiviso verso i 3 milioni di euro circa” di cui il 9-10% per “prestazioni professionali”, ovvero circa 300.000 euro, che è in sostanza il contenuto del preventivo.
“Uno sforzo (il ribasso del costo dei lavori – ndr) di scelte e soluzioni virtuose a cui tutti dovremo lavorare con tenacia. Abbiamo pertanto valutato le prestazioni professionali su tali importi e su questi abbiamo attestato un’offerta con forte sconto in virtù della conoscenza con il sig. Berti e della fiducia accordata al nostro team”. Alla mail, firmata da Bozzola, viene anche allegata bozza del contratto. Che però non venne mai sottoscritto visto che la proposta poi finì nel nulla.
Peraltro il 19 febbraio 2013 scattarono le perquisizioni, con tutte le conseguenze del caso ed è possibile che a quel punto il gestore dell’Italia e del bar, avesse in mente altro.
Che vi fosse una “conoscenza” fra l’assessore e Berti è ovviamente intuibile, dato il tenore cordiale della proposta. Ma certamente non si trattava di una conoscenza solo professionale.
Bozzola infatti all’epoca era, lo è tutt’ora, come detto, assessore all’Urbanistica della giunta Ballarè (nominato nel 2011, all’inizio del mandato del sindaco PD). La stessa amministrazione, proprio in quel periodo, in contrasto con Berti a causa del mancato pagamento degli affitti del bar.
Nel maggio del 2012 infatti il Comune aveva inviato alla Tpp di Berti, due solleciti di pagamento, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, cui seguì, nel luglio dello stesso anno, una lettera di risposta del gestore. A settembre la municipalità inviava un nuovo sollecito cui seguì, nel mese di ottobre una determina dirigenziale che attivava la risoluzione del contratto.
Il 10 ottobre il Comune intima a Berti lo sfratto dai locali che si trovano di fianco al teatro, cui seguono altri atti formali tipici di questa procedura, fino ad arrivare al verbale di riconsegna delle chiavi , datato 6 settembre 2013.
Nelle more di questo complicato contenzioso, appunto, l’offerta di prestazione professionale dell’Assessore Bozzola.
La legge, ovvero l’articolo 78 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali recita “I componenti della giunta comunale, competenti in materia di urbanistica, edilizia e di lavori pubblici, debbono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”.
L’Assessore, interpellato da Novaraoggi, sostiene non esservi alcuna incompatibilità “Posso effettuare lavori che non richiedono un’istruttoria e che quindi non collegano la professione al Comune”.
Nell’offerta professionale di Bozzola, come si legge nella mail, suddivisa in tre fasi operative (che prevedevano il versamento di altrettanti importi, ovvero: 10.780 euro, 18.500 euro e 190.000 euro) si afferma “Sono comprese le attività progettuali relative a: pratiche edilizie, architettoniche, arredi, impianti termici, impianti elettrici e antincendio, opere edili, opere di ingegneria strutturale, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, pareri di conformità dei Vigili e Fuoco, C.P.I”.
E ancora, nello specifico la Fase tre (che avrebbe dovuto essere portata a termine entro il 31 dicembre 2013) avrebbe compreso “Progetto definitivo, autorizzazione Enti, progetto esecutivo, assistenza all’appalto, direzione lavori, collaudo funzionale delle opere di cui alla precedente fase 2, predisposizione dell’istanza al Comando dei Vigili del Fuoco per il controllo dell’avvenuto adempimento”…
Nulla insomma riconducile al Comune?