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Novara

Daniela, vittima di violenza familiare per 13 anni: “Una donna che subisce la riconosci dagli occhi”

Daniela Toscano

“Una donna che subisce violenze la riconosci dagli occhi, dai piccoli gesti”. Daniela Toscano, insegnante novarese, non ha dubbi: anche lei ha vissuto un’esperienza di maltrattamenti domestici, che ha scelto di raccontare nel suo libro “Le mie scarpe strette” e che l’ha portata a confrontarsi con tante platee, anche di studenti. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne sarà fra i relatori del convegno “Violenza sulle donne, 365 giorni no”, in programma dalle 17,30 di sabato 25 novembre nella sala congressi del centro commerciale San Martino, promosso dall’associazione Integrando presieduta da Maria Guarino. Un tema al centro del dibattito internazionale, dopo la valanga di denunce contro grandi nomi dello star system di Hollywood, ma anche nazionali e di sedi istituzionali di diversi Paesi europei.

“La mia storia di violenze è durata 13 anni – racconta Toscano – All’inizio cercavo di giustificare quello che allora era mio marito, perché pensavo che fosse semplicemente nervoso e stressato e che questo fosse anche colpa mia. In realtà ero una sua complice. Ma volevo che i miei due figli avessero una famiglia normale, perciò ero arrivata al punto di farli cenare sempre prima di noi, per evitare che assistessero a certe scene”.

Qual è stata la molla che ha fatto scattare l’idea di uscire allo scoperto e porre fine a tutto questo?

“Una sera ha preso un coltello da cucina e mi ha messo all’angolo – racconta – Mia figlia è intervenuta per difendermi e si è presa degli spintoni. Ai bambini non aveva mai fatto nulla, ma lì ho capito che non si poteva andare avanti così: ho preso i miei figli, così come eravamo, in pigiama, e siamo scappati da quella casa. Subito dopo sono andata a sporgere denuncia dai Carabinieri. Per 10 giorni siamo rimasti fuori casa, ospiti di persone amiche, ma senza avere nulla delle nostre cose. La mia amica mi ha prestato un paio di scarpe per uscire, ma lei porta il 36 e io il 39. Ecco perché il titolo ‘Le mie scarpe strette’”.

Dalle istituzioni locali ha avuto aiuto?

“Mi sono rivolta allo Sportello donna della Provincia e mi è stato fornito un avvocato, l’aiuto psicologico e 5 giorni pagati in albergo. Poi ci era stato proposto di andare in una casa famiglia, ma non volevo che i miei figli entrassero in contatto con altre situazioni difficili. Perciò ci siamo arrangiati, fino a quando il giudice non ha disposto che fosse lui a dover lasciare la nostra casa. Questi primi aiuti, nei momenti d’emergenza sono fondamentali, ma non bastano – prosegue Toscano – Dopo l’uscita di casa tutte le spese sono sulle tue spalle e con due figli non è facile. Ho conosciuto donne vittime di violenza che non hanno nulla, bisognerebbe prevedere dei percorsi di inserimento al lavoro. Io ce l’ho, ma faccio comunque tanta fatica a far quadrare i conti. E poi servirebbero altre iniziative: a Milano, ad esempio, è stato attivato un corso di autodifesa gratuito per donne, dura 5 mesi con incontri due volte a settimana. Qui a Novara non mi risulta ci sia nulla di simile, i soldi pubblici sono sempre meno, ma nella nostra città la gente fa tanto volontariato. Chi ha queste competenze si metta a disposizione. Ci sarebbero anche delle realtà locali già pronte a mettere a disposizione degli spazi”.

Cosa pensa dell’ondata di denunce per molestie, venute a galla nelle ultime settimane in tutto il mondo?

“Molti pensano che queste donne, soprattutto quelle che ruotano attorno ai casi del mondo dello spettacolo, lo stiano facendo solo perché cercano notorietà, ma non è così. Quasi sicuramente hanno taciuto a lungo, perché avevano paura di mettersi contro a uomini potenti. E’ un peccato che non abbiano denunciato o comunque parlato subito con qualcuno, in giro per l’Italia ci sono tante figure a cui ci si può rivolgere. Quando ci si trova in situazione come queste, bisogna pensare che ciò che è successo a te può succedere ad altre. Per questo persone così vanno fermate subito. Però devo ammettere – aggiunge Toscano, con voce più bassa – che quando sento queste cose o di donne uccise dai mariti al telegiornale, istintivamente cambio canale. E’ più forte di me, non ce la faccio… Perché penso che avrei potuto fare anch’io la loro fine”.

Cosa le ha lasciato la sua esperienza?

“Tanta paura – risponde senza esitare – Dopo la denuncia il mio ex marito è tornato a cercarmi, mi aspettava fuori dal lavoro ed è arrivato a minacciarmi di morte. Ancora oggi quando suona il campanello di casa e non aspetto nessuno, mi agito. E quando cammino per strada mi giro spesso, soprattutto se mi accorgo di avere dietro qualcuno. Anche se è una donna, preferisco fermarmi e farla passare. Giro sempre con il peperoncino spray in borsa. Sono cose che ti segnano in modo indelebile – ammette – Ma se qualcuno dovesse toccare me o i miei figli, sono pronta a trasformarmi in una leonessa”, conclude.