Il Novara Calcio deferito dalla Procura Federale su segnalazione della Covisoc rischia una penalizzazione quantificabile fino a 4 punti, che in un campionato giocato sul filo di lana, potrebbe pregiudicare un’intera sofferta stagione.
La notizia ha scioccato tutto l’ambiente azzurro un paio d’ore prima del fischio di inizio della partita contro il Como, in una serata nera completata poi dall’immeritata sconfitta maturata grazie all’ennesima topica arbitrale della stagione. Un fulmine a ciel sereno per tutti, ma non per Massimo De Salvo, che aveva annusato puzza di bruciato per tempo e lunedì scorso è stato a Roma nell’ufficio del Procuratore Federale, per spiegare le ragioni della società gaudenziana: “Avevo capito che il deferimento sarebbe partito comunque, ma avevo chiesto e sperato che non si concretizzasse proprio il giorno della partita, invece..”: così il Patron azzurro esordisce parlando alla stampa locale, nella sala riunioni della clinica San Gaudenzio, in una sorta di incontro informale “perchè una conferenza stampa o un comunicato su questioni squisitamente tecniche non aveva senso” non prima di aver salutato tutti con una stretta di mano accompagnata da un ironico: “Piacere sono Al Capone” perchè al di la della comprensibile irritazione per quello che viene considerato un torto, ci sono una reputazione ed un orgoglio da salvaguardare, per quel riferimento presente nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale della Fgci, ad una fantomatica “dichiarazione attestante circostanze e dati contabili non veridici” che vuol far passare società e presidente per bugiardi.
Siamo di fronte a tecnicismi giuridici che è anche difficile spiegare, ma in buona sostanza la richiesta di deferimento accomuna due problematiche diverse che è dunque meglio distinguere. Una prima contestazione riguarda le mensilità di maggio e giugno 2014, che per la legislazione di serie B dovevano essere regolate entro il 16 di settembre, mentre in Lega Pro la scadenza era fissata per il 1° giorno di agosto. Secondo logica ed in linea con la famosa battaglia legale per la riammissione in serie B, il Novara ha provveduto a comunicare l’avvenuto versamento ad ottobre 2015, trattandosi di emolumenti e contratti riferiti al campionato cadetto, e contestualizzati nella battaglia legale che anche grazie alla “sospensiva” del Coni, aveva di fatto congelato la posizione della società gaudenziana. Questo fino al famoso colpo di scena che ha portato il Vicenza in B, e comunicato al Novara di presentarsi sul campo di Monza, a poco più di 48 ore dal match, cosa negativa certo, ma che avrebbe di fatto dovuto chiudere ogni tipo di pendenza, rispetto a quelle scadenze: “Era una procedura coerente con la nostra azione legale – ha spiegato De Salvo – e vorrei fosse chiaro a tutti, il Novara ha vinto la sua battaglia, riportando la serie B a 22, ed obbligando la riammissione, che poi abbiano adottato una procedura di riammissione che ci ha penalizzato, non vuol dire che ci sbagliavamo o che peggio a sei mesi di distanza dovremmo avere ulteriori conseguenze negative”. La tesi del Presidente è semplice, non si può considerare il Novara in difetto, quando ha versato tutti i contributi previsti per giocatori di serie B, nei termini previsti per quel campionato, nel contesto di un procedimento teso alla riammissione nel medesimo campionato, il tutto mentre comunque aveva addirittura versato una doppia fideiussione relativa all’iscrizione di entrambe le categorie, somme dunque ampiamente sufficienti a garantire il sistema.
Il secondo addebito è invece riferito ai mesi di luglio e agosto 2014 nonché “per aver prodotto alla CO.VI.SO.C., in data 16 ottobre 2014, la dichiarazione attestante circostanze e dati contabili non veridici”. Sempre per esemplificare e senza dover entrare troppo nei meandri della legislazione, ci viene facile spiegare che esiste il recentissimo caso della Reggina calcio, che deferita insieme al suo Presidente Lillo Foti in prima istanza, è stata poi totalmente scagionata dall’Alta Corte di Giustizia del Coni, che ha restituito i 4 punti di penalizzazione, accreditando di fatto la procedura dell’”incentivo all’esodo”, la stessa procedura utilizzata dal Novara con i calciatori che hanno cambiato squadra al termine della fallimentare stagione scorsa. L’incentivo all’esodo è un accordo fra le parti, sottoscritto secondo le norme del diritto del lavoro, attraverso una legislazione nazionale che sovrintende e supera qualsiasi altra norma sportiva, la quale in ogni caso dopo la sentenza a favore della Reggina, assume ora i connotati del precedente giuridico inoppugnabile. In pratica rispettando le norme, il Novara ha comunicato alla Covisoc il versamento dei “soli tesserati” perchè l’accordo sottoscritto con gli “esodati” non era materia di competenza, nessuna irregolarità, nessuna omissione, nessuna bugia e soprattutto, nessuno che avanza nulla. Ma allora perchè la Procura ha comunque fatto richiesta di deferimento? Semplicemente perchè il dispositivo della sentenza a favore della squadra calabrese non è ancora stato depositato, e prassi vuole che non se ne possa ancora tenere conto, ma tutto fa ragionevolmente pensare che De Salvo abbia agito bene e che il Novara possa stare piuttosto tranquillo.
Ma se De Salvo si dice tranquillo e ci tiene a precisare che “tutti fra tesserati, giocatori o dipendenti sono stati regolarmente pagati” a noi qualche dubbio rimane, perchè in passato ad esempio, in occasione di un’altra circostanza contestata due anni fa a proposito del “ravvedimento operoso”, istituto giuridico del tutto regolare utilizzato dal Novara calcio per certificare il versamento Irpef, la Procura accolse le obiezioni della Covisoc ed alla fine, seppur difronte ad una palese ed ingiustificata decisione, il Novara si ritrovò con un punto di meno in classifica.
C’è solo un modo per scongiurare davvero qualsiasi rischio: sperare che la squadra sul campo, si prenda quel margine che consentirebbe a De Salvo, di portare avanti la sua battaglia di principio, senta il timore di subire dei colpi bassi non rimediabili sul piano sportivo, perchè una condanna in primo caso, porterebbe a dei punti di penalizzazione proprio nel rush finale di campionato.
Per questo motivo “il guerriero” potrebbe non scartare neppure l’ipotesi di sotterrare per un po’ l’ascia di guerra, e magari addivenire alla possibilità di un accordo che procrastini i termini di giudizio e sposti la questione nella prossima stagione, senza vanificare gli sforzi fatti dalla squadra sul campo. Il Presidente ha quindi passato la palla nella mani di Toscano, incontrando la squadra prima di vedere la stampa. Ne è scaturito un patto che sa di sfida contro tutto e tutti, che parte dal campo, con squadra e Presidente che sperano di trovare l’appoggio di tutto l’ambiente azzurro, per rinserrare le fila da qui al termine del campionato, e provare a conquistare quei risultati che da soli garantirebbero anche ogni eventuale altra sorpresa.