Il Novara calcio annuncia la nomina di Carlalberto Ludi nel ruolo di Direttore Sportivo. Un uomo di assoluta garanzia, su cui Massimo De Salvo conta di rifondare il settore tecnico, riallacciando un rapporto fiduciario con una piazza ferita dalla retrocessione in serie C.
Non c’è stato un solo tesserato, dirigente o tifoso, che in 12 anni di storia azzurra, abbia mai avanzato anche solo un ombra su Carlalberto Ludi. Basterebbe questo a spiegare la cifra umana di quello che a Novara tutti chiamano Charly: un capitano vero, la cui la fascia è rimasta tatuata dentro, anche abbandonata l’attività sportiva. Per tutti un vero punto di riferimento, prima di tutto come persona, dalla sensibilità ed intelligenza obiettivamente non comuni nel mondo del calcio. E pensare che al suo arrivo a Novara, il difensore nato in provincia di Mantova la vigilia di Natale del 1982, dovette scontare una certa prevenzione, vista la brevissima parentesi nella Pro Vercelli, ma sono stati i fatti a convincere chiunque, di quanto Ludi avesse preso sempre più a cuore i colori azzurri, al punto di sposarli come scelta di vita, prima ancora che per ragioni sportive.
Ipotizzare una carriera oltre al campo, non era poi così difficile, mentre era nelle speranze dei tifosi azzurri che la “seconda vita” dell’ex difensore centrale, fosse all’ombra della Cupola. Un rapporto semplificato dalla stima reciproco con il Presidente Massimo De Salvo, che lo ha avuto alle sue dipendenze sin dal primo giorno del suo arrivo nell’autunno del 2006. Fu una stagione complicata, conclusa con molti cambiamenti e persino qualche epurazione, ma Charly si era già fatto apprezzare, soprattutto per le sue qualità umane. Il primo a credere il lui quindi è stato proprio MDS, che dopo averlo applaudito alla guida degli invincibili di Attilio Tesser, gli ha aperto la strada alla carriera nel settore tecnico, passata per il settore giovanile ed arrivata sino al diploma di Direttore Sportivo, promosso pienamente il 30 novembre 2016 a Coverciano, insieme al compagno di corso, nonché ex campione del Mondo Luca Toni.
Se esiste un modo per De Salvo, di riguadagnare la fiducia di una piazza delusa e ferita da una retrocessione bruciante, questo si chiamerebbe Charly Ludi; e se la tanto sperata neo rifondazione parte dal nuovo direttore sportivo, beh… chi ben comincia è già alla metà dell’opera.
E’ chiaro che si tratta comunque di una scommessa, vista l’esperienza sul campo tutta da conquistare, ma è altrettanto chiaro che la fiducia della società e di tutto l’ambiente, la serietà e la preparazione della persona, non lasciano alcun dubbio sul fatto che sia un rischio da correre senza se e senza ma. L’annuncio ufficiale è arrivato in serata, mentre ancora non è chiaro come sarà formalizzata l’uscita di Domenico Teti, che però nei fatti non sta già più operando sul mercato della futura squadra azzurra.
Da dove ripartirà il nuovo ds del Novara calcio? E’ facile immaginare che la sua esperienza nel settore giovanile, lo porti a cercare di valorizzare al massimo alcuni dei talenti messi in mostra anche in questa stagione dalla “cantera” azzurra. Una scelta nell’ottica di fare anche di necessità virtù, viste le inevitabili ripercussioni negative dovute alla retrocessione, soprattutto rispetto alla squadra Primavera. Il gruppo magistralmente guidato da mister Giacomo Gattuso è nei fatti in via di smantellamento, una vera beffa, vista la vittoria del campionato e la conseguente promozione alla Primavera 1 (la serie A di categoria), ma proprio per questo motivo siamo convinti che il blocco della oramai ex Primavera (ad esempio Bove, Bellich, Fonseca, Nardi, Salucci e Stoppa) verrà promosso in prima squadra. Accanto ai giovani, per quanto interessantissimi (Stoppa è già arrivato alla nazionale Under 18) ci vuole qualche chioccia, 4/5 elementi di sicura esperienza ed affidamento, che diano spessore e qualità sportiva, ma soprattutto personalità, esattamente ciò che è mancato quest’anno. Se la scelta di De Salvo caduta su Ludi non è casuale, perchè simbolo di una sorta di ritorno alle origini; perchè non sognare qualche gradito ritorno in azzurro, fra alcuni dei calciatori che più di altri hanno mostrato oltre che qualità sportive indiscutibili, anche serietà e professionalità, oltre che particolare attaccamento ai colori azzurri? Così da riallacciare il filo della fiducia fra società e piazza, vanificato da una stagione maledetta da dimenticare in fretta?
Quanto al gruppo di giocatori attualmente tesserati, fra i reduci della retrocessione ed i rientri dai prestiti, parliamo addirittura di un gruppo fin troppo nutrito. Inevitabili saranno alcune cessioni onerose di alcuni pezzi pregiati del mercato, come Chajia, Montipò e Dickmann (su di lui si è già mossa la Spal) che serviranno anche per finanziare il mercato. Altri saranno più o meno “invitati” a cercarsi nuove piazze, ma questo tipo di scelte dipenderanno, come è naturale, da chi ricoprirà il ruolo di allenatore. Capitolo cruciale quello della panchina, che fino al 30 giugno vede la società con il carico dei contratti di Corini e Di Carlo, poi almeno l’ex juventino sarà libero, ma per il laziale se non gli arriveranno richieste, si aprirà la possibile partita di una buona uscita. A meno che non decida di lasciare con delle dimissioni volontarie, cosa che gli farebbero decisamente onore, vista la parte di responsabilità sulla retrocessione che lo riguarda direttamente, un gesto che suonerebbe come parziale risarcimento.
Una rosa di tesserati ancora tutta da scremare:
Portieri
Montipò, Benedettini, Pacini
Difensori
Armeno, Beye, Calderoni, Chiosa, Dickmann, Golubovic, Migliavacca, Tartaglia, Bove, Bellich
Centrocampisti
Adorjan, Casarini, Collodel, Kanis, Moscati, Nardi, Ronaldo, Schiavi, Sciaudone, Fonseca
Attaccanti
Chajia, Di Mariano, Lukanovic, Manconi, Maniero, Sansone, Simeri, Stoppa, Salucci