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Novara

Deaprinting: sciopero e presidio dei dipendenti. Ancora tanti dubbi sulle sorti del personale

Non sono incoraggianti le notizie che arrivano dalla Deaprinting. Oggi i lavoratori hanno scioperato; domani e domenica è previsto un presidio in attesa dei risultati dell’incontro che dovrebbero avvenire in questi giorni tra l’attuale proprietà e l’azienda che potrebbe subentrare nell’acquisizione della storica società novarese, la Caleidograf di Merate in provincia di Lecco.

Sono 140 i dipendenti dell’Officina Grafica Deaprinting, 52 quelli della legatoria Verbano, trasferiti comunque a Novara alcuni anni fa da Gravellona Toce.

Non vogliamo entrare nella logica dei numeri, per il momento – spiega Clementino Villaraggia, della Cisl, che sta seguendo passo dopo passo l’evoluzione della vicenda – Anche oggi, in assemblea, i lavoratori ci hanno chiesto chiarimenti, ma fino a quando non incontreremo la proprietà non possiamo esprimerci“.

Il timore è che i tagli possano essere ancora più pesanti di quelli annunciati, arrivando a toccare, se non ad oltrepassare, le 100 unità, anche se parte del personale potrebbe essere spostato in provincia di Lecco. Nel frattempo, il reparto rotativa è in fase di smantellamento.

Insomma, un duro colpo per un settore che, negli anni, dall’uscita dei Boroli dalla scena della DeAgostini, ha subito un drastico declino che oggi non significa soltanto chiusura di un’azienda, ma cancellazione di un marchio che ha fatto la storia in Italia e nel mondo partendo proprio da Novara.

Le ripercussioni sul piano sociale potrebbero rivelarsi molto pesanti. Un “bagno di sangue”, lo definisce qualcuno. Tra i lavoratori si aggira anche l’ipotesi di cassintegrazione generale a partire da martedì (fatto salvo per qualche funzione che verrà mantenuta) ma per dirlo occorrerà attendere la riunione di domani: “L’attuale proprietà – prosegue Villaraggiaha annunciato che la Caleidograf presenterà un documento nel qualche saranno illustrati i percorsi che si intenderanno seguire. Staremo a vedere e poi valuteremo“.

Comunque vada, si tratta di un percorso che, passo dopo passo, ha drasticamente perso per strada l’ultimo capitale umano e professionale industriale della città di Novara.