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Novara

Decreto “Enti locali”: dopo le proteste di alcuni sindaci, Ballarè chiede più attenzione ai piccoli Comuni

Ballarè scrive al presidente di Anci nazionale per far sentire la voce dei comuni del Piemonte che chiedono cambiamenti al decreto “Enti Locali”.

«Una lettera che nasce – spiega il presidente di Anci Piemonte – dalle numerose sollecitazioni scaturite negli incontri con i Comuni del nostro territorio, oltre che, ovviamente, dalla mia esperienza di sindaco di Novara».

Nella lettera Ballarè evidenzia come «il decreto abbia fortemente ridotto l’utilità di alcune misure molto attese dalle amministrazioni locali. Chiediamo di riportare all’attenzione il tema del patto di stabilità, che non è stato allentato a sufficienza e rischia di vanificare il meccanismo “sblocca pagamenti”, chiediamo il ripristino della deroga all’obbligo di avvalersi della centrale unica di committenza per importi inferiori a 40.000 euro, e di tenere in considerazione la necessità di una revisione della disciplina sulla gestione associata delle funzioni fondamentali. I Comuni non possono più essere considerati come i contributori netti del bilancio statale».

Una lettera che arriva poco dopo la protesta di molti comuni del Novarese che si sono detti pronti ad uscire da Anci, associazione dalla quale non si sentono sufficientemente tutelati ed informati. Una protesta che, per lo più, ha investito l’organizzazione dei vertici nazionali di Anci contro i quali si è scagliata la maggioranza dei sindaci. Per altri primi cittadini, invece, tra i quali il sindaco di Galliate, Davide Ferrari, la protesta si trasforma anche in polemica politica, dopo le prese di posizione di Ballarè, nel ruolo di presidente di Anci Piemonte, sulla questione “migranti”.
Nella lettera del sindaco di Novara, però, si parla di questioni concrete cui i Comuni devono far fronte con grandi difficoltà. Nonostante 4000 comuni abbiano chiesto con forza di applicare alcune misure che potessero dare sollievo agli enti pubblici, specie quelli di minori dimensioni, che invece devono attenersi ad un “patto di stabilità” ancora troppo vincolante, Anci non ha dato alcuna risposta. Una risposta che oggi viene chiesta dal presidente regionale dell’associazione, anche per contrastare un fronte di protesta che, mantenendo tale impostazione, potrebbe anche ampliarsi ulteriormente.