E’ durata pochissimo l’udienza presso il Tribunale Federale Nazionale che questa mattina doveva discutere la richiesta di deferimento formalizzata contro il Novara calcio lo scorso 4 Marzo (secondo la Covisoc stipendi ed Irpef versati in ritardo), perchè la società azzurra ha chiesto ed ottenuto di accorpare anche il deferimento intervenuto nel frattempo e reso pubblico ieri dalla Fgci.
Così le differenti richieste verranno trattate in sede unica il prossimo 10 aprile, e considerazione forse positiva, la materia diventa quindi argomento omogeneo da discutere e trattare in sede unica. Secondo quanto riportato anche nel comunicato ufficiale diffuso nel pomeriggio dal Novara calcio, la richiesta di “riunione” dei procedimenti è di per se già fatto positivo perchè: “La Procura Federale si era opposta alla richiesta. Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto dal Prof. Avv. Sergio Artico, ha accolto la richiesta giudicandola fondata in fatto ed in diritto”.
Il secondo motivo di pacato ottimismo viene da una riflessione banale: se è vero come è vero, che la Giustizia Sportiva è obbligata a chiudere ogni vertenza entro la fine del Campionato per consentire il regolare svolgimento di play-off e play-out; non si può che salutare positivo come lo spostamento della discussione di altri 10 giorni. Tenuto contro che l’ultimo week-end di campionato cade domenica 10 maggio, ogni ulteriore ritardo potrebbe far scattare le sanzioni oltre il tempo limite e facendo slittare l’applicazione delle sanzioni a partire dal prossimo campionato.
Per i sostenitori della tesi complottista (che vedrebbe il Novara pagare ancora per aver sfidato la nomenclatura del calcio con la richiesta di riammissione in serie B) l’ipotesi di una penalizzazione spostata nel prossimo campionato è pura fantasia, eppure l’accorpamento dei deferimenti, che invece secondo la Procura dovevano seguire un proprio iter differenziato, dimostra che un filo rosso unisce di fatto le questioni contestate dalla Procura e quel filo rosso, riconduce il tutto alla battaglia legale sostenuta da Massimo De Salvo questa estate.
In buona sostanza l’oggetto del contendere sono emolumenti e versamenti Irpef, che il Novara ha trattato scientemente con procedure da società di serie B, ritenendo di averne titolo e come tale comportandosi. Una strana e francamente ingiustificabile differenziazione dei termini di versamento (entro il 1 agosto 2014 per la Lega Pro, entro il 16 di settembre per la serie B) sei mesi dopo rischia di diventa il pericoloso boomerang che può fare ulteriori irreparabili danni e praticamente sempre per lo stesso motivo.
C’è poi il capitolo dei cosiddetti “incentivi all’esodo” materia che sostanzialmente secondo la società Azzurra, non ricadrebbe più sotto il controllo della Covisoc, trattandosi di accordi ed emolumenti non più considerabili “stipendi a tesserati”. Un vero e proprio ginepraio tecnico-giuridico, che però vanta il precedente della Reggina, prima condannata con 4 punti di penalizzazione, ma poi recentemente risarcita dall’Alta Corte del Coni, il quale però nelle sue motivazioni a corredo della sentenza, non mette la parola fine, alimentando purtroppo ancora qualche incertezza sull’esito del procedimento che De Salvo e Di Cintio discuteranno davanti al Tribunale Federale il prossimo mercoledì 10 aprile.