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Novara

Delitto della Bicocca: Marita ha difeso il fratello omicida fino all’ultimo respiro

Nel giorno dedicato al contrasto della violenza sulle donne in Procura a Novara il Procuratore Nicola Serianni e il  Colonnello Domenico Mascoli, affiancato dal Colonnello Maurilio Liore, hanno ufficializzato l’esito delle indagini che hanno portato all’arresto di Massimiliano Tomasoni per l’omicidio della Bicocca. Innanzitutto, la conferma che le indagini si sono concentrate velocemente in ambito familiare, mancando segni di effrazione e valutando le motivazioni che potessero spingere a compiere una rapina dall’esito così violento.

La confessione è giunta comunque dopo che all’omicida erano stati contestati i suoi spostamenti ripresi dalle telecamere, quando nel primo interrogatorio aveva sostenuto di non essere responsabile. Le stesse banconote ritrovate in auto nel corso della perquisizione erano state oggetto da parte di Tomasoni di giustificazioni di “scarsa credibilità”.

Le dinamiche dell’efferato omicidio sono tuttora al vaglio degli inquirenti, ma alcuni punti sono ormai chiari: manca ancora l’arma del delitto “una lama di 8/10 cm”, ed anche gli abiti, che Tomasoni ha gettato in un cassonetto ben lontano dalla zona del delitto. Infatti come illustrato dal Colonnello Mascoli, “sin da subito le attività investigative hanno portato al blocco dello smaltimento dei rifiuti intorno alla zona teatro dell’aggressione ma nulla vi era stato trovato”. Lo stesso arrestato nella confessione ha dichiarato che gli abiti che aveva portato con sé erano un cambio, spiegazione che chiaramente non ha per nulla convinto gli inquirenti. La sensazione è che Maria Rita avesse già pronta una busta con i soldi da prestare nuovamente a quel fratello a cui lei era legata da profondo affetto.

Una ragazza semplice, Maria Rita, incapace persino di difendersi: sulle braccia del fratello pochi erano i segni come se la donna avesse tentato più di fermare quelle braccia familiari invece che bloccarle in un ultimo disperato tentativo. La scena stessa del crimine si presentava anomala come se Maria Rita, è questo il dubbio degli investigatori, si fosse preoccupata, pur ferita, di riassettare il locale, ultimo estremo tentativo di proteggere il fratello dal suo atto scellerato.

Maria Rita infatti ha perso conoscenza dopo l’arrivo dei Carabinieri e del personale medico, ma nulla ha mai detto contro il fratello. Forse, ipotizzano i militari, non si rendeva neppure conto della gravità delle sue ferite, arrivando addirittura ad aprire lei stessa ai Carabinieri intervenuti su segnalazione dei vicini.

La sorta di pentimento manifestato dall’indagato dopo la confessione “se e tale è arrivato dopo quindici giorni dal fatto “dopo avergli contestato elementi oggettivi” queste le parole della Procura. Per questo è importante anche ai fini processuali poter ricostruire esattamente tutte le fasi della tragica vicenda.

La cifra asportata dall’abitazione si colloca intorno ai 2500 euro. Forse un’ulteriore richiesta rigettata da Maria Rita può aver scatenato la furia omicida del fratello, che sotto il probabile effetto di sostanze stupefacenti, ha perso il controllo gettando una famiglia ed una madre nella disperazione di aver perso due figli.

“Io personalmente – ricorda il Colonnello Mascoli – ho voluto comunicate l’avvenuta risoluzione del caso al marito, per tranquillizzarlo, non dimentichiamo che ha subito un trauma notevole e per un giusto conforto”.

Maria Rosa Marsilio