Demografia delle imprese: nel 2018 bilancio negativo. Secondo i dati della Camera di commercio il saldo tra iscrizioni e cessazioni ha fatto registrare una flessione di venti unità
Si è chiuso con una leggera flessione il bilancio demografico delle imprese novaresi del 2018: il saldo tra iscrizioni e cessazioni, nel periodo gennaio-dicembre, registra un calo di una ventina di unità, corrispondente ad una variazione del -0,1% rispetto all’anno precedente.
«La battuta d’arresto rilevata in apertura d’anno trova riscontro nei risultati complessivi relativi all’intero 2018 – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara –. Ad incidere sul bilancio demografico è in particolare la riduzione del tasso di natalità: mentre quello di mortalità mostra un andamento più altalenante nel corso degli anni, la propensione ad aprire nuove attività imprenditoriali è andata invece riducendosi in maniera costante e progressiva.
Si tratta di uno scenario condiviso anche dalle altre province piemontesi, che riflette il clima di incertezza e che sottolinea l’urgenza di investimenti strutturali e azioni per rendere possibile tenuta e sviluppo del nostro sistema economico».
Sono 1.819 le aziende che si sono iscritte al registro delle imprese, mentre 1.873 hanno cessato la propria attività, con una consistenza del sistema imprenditoriale novarese che alla fine del 2018 ammonta a 30.294 unità registrate. In flessione anche l’andamento dell’artigianato, con risultati peggiori della media provinciale: lo scorso anno le cessazioni di attività hanno superato le aperture, determinando un saldo pari a -96 unità, per una consistenza del tessuto produttivo artigiano che alla fine di dicembre si attesta a 9.326 imprese registrate.
Analizzando i vari settori, i risultati più favorevoli provengono dai servizi (commercio escluso): a chiudere l’anno con un segno «più» sono, in particolare, il comparto dei servizi alle imprese (+37 unità), l’alloggio e ristorazione (+31) e i servizi alla persona (+22).
Le altre attività economiche appaiono invece in discesa in tutti i principali comparti, a partire dal commercio, che perde 65 unità, seguito da costruzioni (-48 unità), attività manifatturiere (-37 unità) e agricoltura (-22 unità).
L’analisi della forma giuridica conferma il dinamismo delle società di capitale, che tra gennaio e dicembre 2018 evidenziano un saldo di +287 unità. Appare invece negativo il saldo anagrafico delle ditte individuali, con 1.157 unità aperte in un anno (il 63,6% di quelle totali) e 1.386 cessate (pari al 74% di quelle complessive), portando l’incidenza delle imprese con titolare unico al 55,4% di quelle provinciali.