La Primavera gioca la finale di Super Coppa contro il Palermo, simbolo dell’ottimo lavoro svolto dal settore giovanile, mentre la prima squadra rischia seriamente di vanificare quasi tutto perdendo la serie B.
Dicotomia Novara calcio: giovani top, prima squadra a rischio flop
Oggi pomeriggio (mercoledì 16 maggio) alle 14 a Coverciano, gli azzurrini del Novara calcio si giocano la Supercoppa di Primavera 2 contro il Palermo (diretta TV su Sport Italia), dopo aver vinto il proprio girone e guadagnato l’accesso al campionato riservato alle “seconde squadre” delle società di serie A. Solamente due giorni più tardi (venerdì 19.05 ore 20.30) al Silvio Piola, la prima squadra si gioca contro l’Entella, un drammatico scontro per cercare di restare in serie B. E’ la fotografia della dicotomica stagione azzurra, con il settore giovanile che miete successi e consensi, ma col rovescio della medaglia che tiene in apprensione la piazza azzurra, per i destini di una prima prima squadra quasi sempre in apnea.
Non c’è solo il solito straordinario lavoro di Giacomo Gattuso con la Primavera, ma è tutta la “cantera azzurra” ha brillare di luce propria, si pensi all’Under 17 di mister Terni, che nei quarti di finale playoff, è andata ad espugnare il Centro Sportivo “Sant’Antimo” battendo il Napoli per 1-2 con le reti di Paroutis e Zunno, ed aspetta il semifinale la vincente di Milan-Sampdoria.
Si pensi ai tanti gioiellini messi in mostra nella vetrina di Novarello, da Davide Bove, roccioso, ma elegante centrale classe 1998, o Marco Bellich centrale mancino classe ’99 che si cide sia sotto l’attenta osservazione della Roma; oppure di Antonio De Vitis classe 2000 osservato più volte da Napoli e Udinese. A centrocampo c’è Andrea Penna, trequartista brevilineo classe ’99 seguito da Inter e Milan e l’ex rossonero classe 2000 Nigel Kyeremateng nipote d’arte (nazionale Ghanese Yeboah). Senza parlare dell’attacco dove a fianco del gigante Francesco Salucci (ma in prima squadra un giocatore con queste caratteristiche non servirebbe?) c’è il talento più cristallino fatto emergere in stagione da Gattuso & CO. Parliamo di Matteo Stoppa (20 reti in 23 partite stagionali) che di Nazionale in Nazionale è arrivato sino all’esordio in under 18. Sul brevilineo e velocissimo attaccante azzurro c’è una vera e propria asta a cui sono invitate solo le grandi: Juve, Inter, Milan e pure diverse società straniere. Pur avendo già esordito in serie B l’anno scorso (fra i più giovani di sempre in cadetteria) quest’anno non ha trovato spazio in prima squadra e sinceramente, pur comprendendo le difficoltà della stagione ed i rischi connessi nell’impiego di giocatori poco inclini a sopportare le pressioni attuali, è difficile non pensare che un talento simile avrebbe potuto fare peggio di alcuni altisonanti colleghi dal curriculum e contratto sicuramente non paragonabili, magari proprio grazie all’entusiasmo, la serenità e la voglia di spaccare il mondo, che in prima squadra molto raramente abbiamo visto.
I risultati conseguiti dal settore giovanile azzurro sono frutto di investimenti cospicui e di programmazione, con le strutture di Novarello che ovviamente recitano un ruolo fondamentale nel concetto di organizzazione collegiale. Un grande merito dunque da ascrivere certamente alla società, che proprio sul settore giovanile pare proprio abbia fondato il proprio futuro tecnico ma anche economico. Se è vero come è vero infatti, che proprio tramite la cessione dei propri talenti messisi in mostra nelle scorse stagioni, il Novara calcio punta al pareggio di bilancio entro breve tempo, si capisce come certi risultati non siano certo frutto del caso. Ma tutto questo ha senso solo se la prima squadra resta in serie B, anche per i diversi regolamenti vigenti nella categoria inferiore, per colpa dei quali il Novara calcio rischia di perdere gran parte del patrimonio tecnico costruito nel settore giovanile. Un lavoro ben fatto con i giovani, che rischia di essere vanificato dagli errori tecnici che hanno portato la prima squadra sull’orlo della serie C. Una stagione veramente paradossale, nella quale la società avrebbe potuto e dovuto salvaguardare meglio gli investimenti già fatti, intervenendo per tempo a correggere i limiti di una rosa che alla fine del girone di andata, aveva palesemente dato prova di non essere immune dal rischio retrocessione. C’era la possibilità di intervenire sul mercato di gennaio, investendo una piccola parte del tesoretto incassato dalla vendita del giovane attaccante Da Cruz al Parma, ma a parte l’indovinatissimo prestito di George Puscas, e l’arrivo di giocatori complementari come Seck e Maracchi, i limiti della rosa sono rimasti immutati ed alla lunga quelli che erano solo campanelli d’allarme sono divenute sirene spiegate.
Una stagione così dicotomica,non si poteva che concludere col paradosso di una finale che anche di fronte ad un successo della Primavera, lascerebbe un retrogusto comunque amaro, per il rischio serissimo che il Novara sta correndo di vanificare anche l’ottimo livello raggiunto dai propri giovani.