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Novara

Dieci associazioni e migliaia di firme contro il consumo del suolo a Novara

Contro il consumo del suolo a Novara: sono ben dieci le associazioni del territorio che hanno aderito e che sostengono la campagna di ReteTerra contro le aree industriali di Agognate. Associazione Ernesto Ragazzoni- Orta, Burchvif- Borgolavezzaro, CARP Novara Onlus, Comitato DNT- Carpignano Sesia, Comitato per Pernate, FAI-Novara, Italia Nostra-Novara, Pro Natura- Novara, Unione Tutela Consumatori- Novara, ViviNovara.

“Queste associazioni – spiega Fabio Tomei – hanno preso posizione a difesa del nostro territorio, in primo luogo di Agognate e Pernate, e per il rilancio dell’occupazione”.

Migliaia di firme raccolte, tra cui anche esponenti illustri del mondo ambientalista a livello nazionale, e il sostegno ad un documento che si basa su alcuni dettami.

-“no alla realizzazione del polo logistico di Agognate e allo sviluppo del Cim, contro un’operazione che, secondo le associazioni, consisterebbe in una cementificazione generale del territorio.

– il consumo di suolo è in contrasto con le norme della Regione Piemonte (Legge urbanistica regionale, Piano Paesistico regionale e Piano territoriale regionale)

– la logistica non porta nuovi posti di lavoro e comunque, in generale, la logistica non incide in modo significativo sui livelli occupazionali

– ad Agognate e Pernate si deve continuare a produrre riso, mais, frumento: per ogni abitante insediato od insediabile è necessario garantire un’area agricola destinata alla produzione alimentare di circa 2.500 mq; con una previsione di oltre 140.000 abitanti teorici insediabili, il fabbisogno di aree agricole destinate alla produzione alimentare per il solo Comune di Novara dovrebbe essere pari a circa 35.000 ha, pari a 3,5 volte la superficie dell’intero territorio comunale.
Dati statistici recenti peraltro, mostrano che nuovi posti di lavoro si creano innanzitutto in agricoltura, nella formazione, nella ricerca, nell’innovazione, nelle politiche ambientali, nei servizi, nel turismo, ma non nella logistica.

– rischio idrogeologico dai torrenti Agogna e Terdoppio : i due alvei sono stati intensamente manomessi nel corso dei secoli, sia per la realizzazione di opere idrauliche (Roggia Mora, secolo XV), sia, più recentemente, con significative riduzioni delle fasce di rispetto individuate dal PAI ( Piano Assetto Idrogeologico) alla fine degli anni ’90, per permettere insediamenti abitativi (Via delle Robinie, ca 1950-60), aree logistiche, sportive e commerciali (CIM Ovest, IperCoop, Esselunga e Sporting Village, ca 1985-2010).  Tra l’altro, ad oggi Novara non dispone di uno studio aggiornato in materia che possa valutare e predisporre un Piano per la gestione del Rischio alluvionale

– impatto ambientale dei Poli di Agognate e di Pernate. I cittadini di Pernate sono già stati pesantemente penalizzati dal forte impatto ambientale causato dalle opere pubbliche realizzate dopo l’anno 2000: la tangenziale di Galliate, il casello autostradale di Novara Est e la TAV Torino-Milano. Tali opere hanno sottratto circa 500.000 metri quadrati di terreno fertile. Oggi, il progetto del raddoppio del CIM (Centro Intermodale Merci) vorrebbe sottrarre ulteriormente circa 1.000.000 di metri quadrati dell’Area denominata T3b ad Est della Tangenziale, sacrificando così l’ unica area di mitigazione naturale rimasta.

– pareri tecnici qualificati contrari ai Poli Logistici di Agognate e di Pernate

– le associazioni firmatarie del documento si impegnano ad informare correttamente i cittadini novaresi con tutti i mezzi possibili: incontri pubblici con l’auspicabile partecipazione dei rappresentanti delle Istituzioni, banchetti, comunicati ai media, volantinaggi, pubblicazioni specifiche ecc.; a cercare collegamenti e collaborazione con le tutte le numerose persone ed associazioni interessate a salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini; in particolare, s’impegnano a proseguire nella raccolta delle firme promossa dall’ Associazione Rete Terra contro il progetto di Agognate.

– fermare il declino di Novara e riqualificare il territorio. Nei prossimi 10/20 anni la città di Novara potrà e dovrà affrontare straordinarie occasioni e opportunità di riuso e trasformazione di vaste aree centrali, che paiono strategiche per il suo futuro economico e sociale. In particolare, aree dell’Ospedale Maggiore, delle Caserme Cavalli, Passalacqua e Gherzi, dell’ex Macello di Piazza Pasteur, del triangolo compreso tra viale Giulio Cesare, Corso XXIII marzo e Viale Piazza d’Armi, attualmente destinato a servizi sanitari, del Centro Sociale di Viale Giulio Cesare. E’ dunque necessario un disegno organico ed unitario, definito sulla base di un’idea “forte” di città futura e capace di definire le possibili e necessarie trasformazioni di tutte le aree indicate in rapporto ai “bisogni” della città”.