Ad una settimana dalle elezioni, fatti i bilanci del caso (che si risolverebbero banalmente nella considerazione che il centrosinistra ha vinto-vinto ed il centrodestra ha perso-perso), la politica nostrana sembra non accennare minimamente a voler tirare fuori la testolina dalla tana, aggrovigliata com’è negli antichi riti “post partum”, ovvero promozioni senza sfasciare equilibri da un lato ed epurazioni con lancio di frecce al vetriolo dall’altro.
Insomma un film trito e ritrito di una noiosità mortale, che non evidenzia un barlume di ragionamento, giusto così per far sembrare che, magari, anche a livello locale, si potrebbe avere qualcosa da dire in un panorama politico da “attesa di Godot” che fa venire l’orticaria.
A sinistra valige in mano per Ferrari
Dunque a sinistra: valige in mano per il recordman di preferenze Augusto Ferrari, che fra i molti meriti indiscussi ha anche quello di essere amico personale del presidente Sergio Chiamparino e che quest’ultimo vedrebbe bene in Piazza Castello, al vertice dell’assessorato Ambiente. Un “ambientino”, dove friggono temi come quelli legati alla realizzazione della Tav, ma anche quelli relativi alla salvaguardia delle aree protette, al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche, all’utilizzo dei fondi europei per progetti di ricerca e valorizzazione ambientale. Ancor di più se, come sembra, il neo governatore vorrà scindere le questioni legate allo sviluppo energetico dal settore industria per consegnarle agli uffici di Corso Principe Amedeo sotto la Mole, dove appunto ha sede la direzione regionale guidata da Salvatore De Giorgio. Un bel daffare per il buon Ferrari. Buon lavoro.
Ballarè teme la rottura degli equilibri in consiglio
Sempre a sinistra si aprono nel Comune di Novara le incognite del rimpasto di giunta: ancora una volta pare nulla da fare per il capogruppo Rossano Pirovano dato che il ruolo di Ferrari (Assessore alle Politiche sociali) per questo giro dovrebbe spettare ad una donna. L’intento del Sindaco Ballarè pare sia quello di non intaccare i delicatissimi equilibri del consiglio comunale e dunque pescare al di fuori, magari nella “società civile”. I rumors parlano di nomi come quello di Catia Bastioli o Eliana Baici, ma non sono escluse soprese. Staremo a vedere.
Le incognite nel centrodestra
Ma le vere incognite sono nel centrodestra novarese dove si giustifica l’attendismo di queste ore con l’aspettativa del “verbo” berlusconiano. Ovvero, si farà o no questa benedetta santa alleanza capace di riunificare ciò che si era disunito, posto che la stretta logica dei numeri (se non la logica pura) è lì a dire che se si va tutti uniti vincere diventa una possibilità (oggi invero piuttosto remota), ma di sicuro si perde se si continua la politica dell’ordine sparso?
A ben guardare le possibilità che ciò accada sotto la cupola sono pochine a voler leggere in filigrana i molti distinguo pronunciati in queste ore dai vari attori in campo. Piuttosto appare stucchevole la solita rincorsa ai nomi in vista delle future elezioni amministrative (mancano due anni al rinnovo del Comune di Novara che in politica ormai equivalgono ad ere geologiche, durante le quali può accadere il tutto ed il contrario di tutto…): dal forzista Murante, al neo forzista Pedrazzoli, al leghista Canelli… Come dire, con rispetto per i singoli tirati in ballo, stiamo parlando del nulla…
Il timore è la politica del “coniglio”
Forse le troppe certezze – col senno del poi “auto convincimenti” – che hanno sorretto nel decennio Giordano le scelte politiche del centrodestra (che si è sgretolato ben prima delle inchieste giudiziarie) hanno disabituato la dirigenza novarese all’elaborazione di piani e programmi, limitando il contendere alla politica del “coniglio”, ovvero il candidato, da tirare fuori dal cilindro al momento giusto. Un paio di slogan appiccicati addosso, zero progetti e morta lì… Il risultato è stato che anche nel novarese la soluzione individuata dalla maggior parte dell’elettorato la scorsa settimana è stata quella di precipitarsi in cabina a votare il Pd renziano, accodandosi al trend nazionale…
E non ci vogliono statisti per arrivare a dire che questo modo di procedere, al di là dei meriti personali e delle performance dei singoli, in questi anni non ha affatto pagato, ad ogni livello: perso il Comune, persa la Regione (che contava ben due esponenti novaresi ai vertici, governatore compreso), persi quasi tutti i parlamentari, perse le aziende partecipate, in chiusura la provincia… A parte qualche cadrega trattenuta con le unghie e con i denti l’atmosfera sgomenta è palpabile e la battuta più in voga è ormai “ma dove vogliamo andare, così…”. Appunto.
Il che porta a considerare che, fatta la tara ai risultati odierni, o il centrodestra novarese si “ripiglia” e dunque comincia a ripensarsi a tavolino (qualunque cosa accada a livello nazionale) o è destinato a soccombere per il prossimo decennio, cancellato dal vuoto pneumatico di idee e prospettive… Altro che aspettare Godot!