E’ morto Alberto Pacelli: la politica, la città, l’impegno e la dedizione
E’ mancato ieri sera, all’età di 89 anni, Alberto Pacelli, figura storica della sinistra novarese. Per noi che scriviamo era un amico anche di tante battaglie civiche, nel rispetto dei reciproci ruoli; fonte inesauribile di notizie per quella sua capacità di approfondire, sviscerare, sottolineare, verificare i fatti e sostanziarli nei suoi comunicati stampa, quasi un “bollettino” alternativo alle fonti ufficiali.
Alberto Pacelli era nato a Milano ma si era trasferito a Novara giovanissimo. Qui aveva avviato il suo percorso di studi al Liceo Carlo Alberto, mettendosi subito in evidenza per il suo impegno in campo politico e culturale.
Negli anni ’60 ha aderito al Partito Comunista, diventandone personalità di spicco, fino a ricoprire l’incarico di segretario provinciale.
Ma la politica, per Alberto Pacelli, era soprattutto “amministrazione della cosa pubblica”, in particolare nella sua città ed infatti il suo impegno si è concretizzato per vent’anni fra le mura di Palazzo Cabrino, sede del Municipio. E’ stato vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici e al Decentramento nella giunta Pagani e poi Consigliere comunale. Inizialmente ha aderito al Pds, dopo la “svolta della Bolognina”, salvo poi allontanarsene per fondare, nel 1990, l’associazione “Idee di Futuro”, che sarà anche il trampolino di lancio per tante iniziative, politiche, culturali ed editoriali.
Oppositore del centrodestra, che per anni ha governato e governa la città di Novara, Pacelli è stato anche una spina nel fianco per le amministrazioni di centrosinistra, sottolineandone le contraddizioni e le mancanze.
Legalità e trasparenza sono sempre state le sue linee guida ed in questo memorabili sono state le sue prese di posizione sui “grandi temi” novaresi, come l’area industriale di Agognate o le modalità di realizzazione del nuovo ospedale.
Battaglie condotte con pacatezza e compostezza, con la forza della ragione e della meticolosa ricostruzione dei fatti, senza però alcuna foga inquisitoria, tipica purtroppo di tanta politica “d’opposizione” degli ultimi anni.
Lascia la moglie Giovanna Signorelli, anche lei per anni anima della politica novarese e la figlia Lia.
E poi lascia noi tutti, che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo, di condividerne in qualche caso le prese di posizione, di ammirarne lo spirito libero e laico, decisamente unico. Un sentimento che in queste ore hanno sottolineato in tanti, anche fra chi ha sempre avuto posizioni diametralmente opposte alle sue.
Ciao Alberto. Ci mancherai.