E’ una persona che conosce direttamente l’ambiente dell’amministrazione comunale di Novara, da anni, probabilmente. In Procura è nota con il nome in codice “Cloto“; di mestiere, oltre ad essere presumibilmente un funzionario comunale, è anche una fonte confidenziale della Procura, appunto. E’ quanto emerso dalle migliaia di carte e documenti sfogliate da Giuseppe Cortese e dal suo legale Massimo Barbero, nel corso delle indagini legate all’accusa di corruzione nel caso Nord Ovest nei confronti dell’ex direttore della testata torinese e dell’indagine più ampia che riguarda l’ex assessore regionale ed ex sindaco di Novara Massimo Giordano.
“Sono vicende che mi sconcertano e mi indignano – commenta Cortese, direttore di GRP – Ma partiamo dall’inizio: il sostituto commissario Massimo Di Belardino scrive del sottoscritto che avrei “orchestrato un tentativo di intimidazione nei confronti del teste Paolo Zanolli” (ex dirigente comunale oggi in pensione, responsabile del progetto Palazzo Tornielli Bellini e steste nell’inchiesta Giordana filone Casa Bossi, ndr) facendo riferimento all’atto relativo alla ventesima proroga delle indagini. Nè qui né altrove abbiamo individuato alcun fondamento a riguardo“.
Motivo per cui il legale di Cortese ha proceduto alla denuncia dello stesso commissario, braccio destro del Procuratore.
“Sfido chiunque – prosegue Cortese – a trovare in tutta la documentazione una sola connessione tra me e Zanolli. È una pura invenzione del commissario per niente suffragata da atti… Ma poi perché il commissario tira in ballo proprio a marzo Zanolli? Ricordo che tra gli elementi di accusa nei confronti di Giordano c’è anche quella di concussione per Casa Bossi. Guarda caso, quando a marzo si stava lavorando addirittura ad un’ipotesi di arresto, emerge il tentativo di tirarmi per i capelli in una vicenda alla quale sono del tutto estraneo… Oramai è una sequenza di atti di questo genere… Ma non finisce qui: le mie preoccupazioni vanno ben oltre”.
Scartabellando tutta la documentazione, infatti, Cortese e il suo legale scoprono che varie rivelazioni rientrano nel più ampio contesto di una confidenza raccolta da una fonte riservata soprannominata “Cloto”.
“L’esistenza di una fonte della Procura in ambiente comunale è motivo di riflessione non solo per il sottoscritto, ma per tutta la cittadinanza. Da cittadino trovo inaccettabile che la Procura si relazioni ad un ente pubblico come il Comune collaborando con una sorta di “007” in incognito da cui recepisce informazioni. E’ un modo di intendere le indagini molto discutibile in uno stato democratico. Manco il Comune fosse un’organizzazione malavitosa e pericolosa…“.
Tra l’altro la fonte confidenziale rivela anche il coinvolgimento dell’allora assessore al Bilancio Silvana Moscatelli nell’assegnazione alla Servizi Locali spa, tramite bando, della riscossione delle multe da parte del Comune, asserendo “la volontà, da parte dell’allora assessore, poi sindaco dal 2010 Silvana Moscatelli, di favorire la “Servizi locali spa” nella gara d’appalto per fare una cortesia a Giuseppe Vegas“.
“Non mi sono mai occupata del bando di gara relativo alla riscossione delle multe che è sempre stato di competenza del comando dei vigili, l’Ufficio Tributi si occupava di altro. Nessun avviso di garanzia mi è stato notificato – spiega Moscatelli – Nei prossimi giorni mi consulterò con il mio avvocato per tutelare la mia immagine e per fare chiarezza su questa spiacevole vicenda“.
“A questo punto – incalza Cortese – viene da pensare che il sindaco Ballaré, e ne sono convinto, non sia a conoscenza dell’esistenza di Cloto, ma allora dovrà prendere provvedimenti, poiché il modo di procedere è davvero allucinante. Qualora, al contrario, ne fosse al corrente, la questione si fa anche più grave“.
E infine le intercettazioni: “Abbiamo chiesto di acquisire i testi di alcune telefonate in particolare tra me e Roberto Cota – spiega Cortese – li ritengo essenziali per la mia difesa. Ma soprattutto ritengo fondamentale eliminare le migliaia di “omissis” contenute nei testi delle intercettazioni perchè solo in questo modo si può prendere atto, appieno, della mia totale estraneità ai fatti che mi vengono imputati. Non si possono prendere sette o otto telefonate ed estrapolarle dal contesto generale. E’ chiaro che i testi vengono poi interpretati per quello che si legge, specie se ci sono degli spazi vuoti che invece servirebbero a chiarire“.
Istanze analoghe sono state avanzate dai legali di altri indagati.
“Sul NordOvest c’è un teorema? E allora servono tutti gli elementi per chiarire”.
“Non faccio nessun passo indietro, pienamente sereno sulla mia posizione. E’ veramente preoccupante che l’attività investigativa venga condotta in questo modo. E ovviamente chiedo ufficialmente a Ballaré di fare chiarezza sulla presenza dell’infiltrato a Palazzo Cabrino“.