Il dopo viali si chiama Giuseppe Sannino, scelto da Carly Ludi per la sua carismatica personalità. La tifoseria spera nella svolta, ma intanto si aspetta segnali da una proprietà sempre più silente.
Come avevamo anticipato nel dopo gara di Novara-Pistoiese, William Viali è stato esonerato e sulla panchina degli azzurri è stato chiamato Giuseppe Sannino, che ha diretto il suo primo allenamento già oggi pomeriggio. L’espertissimo tecnico di Ottaviano (classe 1957) che i novaresi ricordano soprattutto da allenatore del Varese, negli accesissimi derby contro i biancorossi, annovera nel suo curriculum l’esperienza maturata in moltissime realtà, che dopo la fortunata parentesi varesina, ha lavorato in importantissime piazze come Siena, Palermo, Chievo Verona, Catania, Salernitana e vissuto esperienze all’estero nel Watford e Levadeiakos, l’ultima squadra della Prima Divisione Greca allenata la scorsa stagione.
Dopo un inizio disastroso che forse meritava già una svolta dopo le preoccupanti sconfitte interne con Albissola e Pro Patria, la gestione Viali aveva dato segni di progressiva crescita, ma dopo il mercato di gennaio ed i primi successi sulla carta abbordabili, gli azzurri non hanno saputo cambiare marcia e le partite di Busto Arsizio e del Piola contro la Pistoiese, hanno certificato una nuova incontrovertibile inversione di tendenza, che ha finito per ricoaugulare quel clima di sfiducia che attanaglia tutto l’ambiente da almeno un paio d’anni a questa parte.
Diciamo subito che i limiti dell’attuale gruppo azzurro, sembrano principalmente la personalità, il coraggio e la resilienza, caratteristiche che sulla carta non mancano di certo al nuovo allenatore. Charly Ludi alla sua prima esperienza da responsabile tecnico, ha purtroppo sbagliato molto, ed anche se almeno sulla carta, alcune delle premesse che caratterizzavano la “scommessa Viali” avevano fondamento, la scelta caduta su Sannino sembra affrancarsi ad una maggiore ricerca di concretezza. Ludi è persona stimabilissima, intelligente e degna della massima fiducia, che saprà certamente imparare dai propri errori, ma siamo certi che basterà rifugiarsi su un’usato piuttosto sicuro, per interrompere la cappa di negativismo che opprime l’ambiente azzurro? L’anno scorso con Domenico Di Carlo con andò benissimo, prima di lui aveva già fallito Corini. Eppure oggi uno allena in serie A e l’altro comanda in serie B; evidentemente ciò che non funziona non riguarda il valore degli interpreti in se, si prenda ad esempio la clamorosa evoluzione di Sciaudone, che lascia Novara senza rimpianti e si mette d’improvviso a fare la differenza al Cosenza.
Qualche volta verrebbe da pensare che neppure il miglior Luciano Moggi in tribuna con Guardiola in panchina, forse, sarebbero in grado d’invertire la rotta, che sul campo e attraverso i risultati, manifesta plasticamente qualche cosa che va ben oltre la mera problematica tecnica.
E’ inutile nascondere la testa sotto la sabbia, il problema di questo Novara calcio si chiama principalmente Massimo De Salvo. Da tempo e senza farne neppure mistero, il Presidente è sparito dai radar e questa società creata a sua immagine e somiglianza, fatta da collaboratori più che da manager autonomi; senza quel giovane, appassionato, combattivo e attivo primo protagonista, sembra smarrita. Paolo Morganti si è accasato alla Juventus, il suo sostituto Roberto Nespoli, è un un dirigente amministrativo pro-tempore; per il resto a Novarello ci sono ottimi impiegati, ma il front-office societario è incarnato solo dalle figure di ds e allenatore.
La gestione De Salvo, ha fatto certamente diversi errori, ma pure cose letteralmente straordinarie, costruendo con pieno merito un immagine riconosciuta e riconoscibile nel panorama calcistico nazionale. Nel bene e nel male Massimo De Salvo ci aveva sempre messo la faccia, assumendosi sempre oneri ed onori. Ora non è così, e purtroppo non basta che la proprietà continui (come ha fatto sempre) a pagare regolarmente i conti, attraverso una gestione oculata ed integerrima, per altro continuando a mettere a disposizione un budget decisamente rispettabile. Non sappiamo quali siano le ragioni di questo allontanamento, probabilmente parliamo di questioni serie, che forse vanno oltre gli impegni imprenditoriali sconfinando nel privato, ma la sostanza è che ci sarebbe bisogno di una svolta. Se al momento non ci sono compratori o se forse la famiglia De Salvo non può o non vuole vendere, sarebbe comunque auspicabile che faccia i passi necessari per restituire una guida presente ed autorevole alla gloriosa società azzurra. La nostra speranza resta quella che Massimo De Salvo si liberi delle questioni che lo hanno allontanato e torni a recitare il ruolo che gli compete; se non fosse possibile, le alternative manageriali credibili si possono e devono trovare. Intanto ci attacchiamo alla grinta di Sannino ed alla seria passione per l’azzurro di Charly Ludi, questo per ora passa in convento.