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Novara

Edilizia popolare al “collasso”: «Da ora, sono solo scelte politiche. Noi abbiamo fatto la nostra parte»

Domande in netto calo dal 2012 ad oggi, il numero degli extracomunitari che chiedono un alloggio popolare non è in aumento, contrariamente a quanto si possa pensare, ma in linea con gli anni passati quando ad entrare in graduatoria era il 65% rispetto al 64% dei richiedenti attuale. Nell’ultimo bando sono stati 793 i richiedenti (contro i 953 del 2012), di cui 286 italiani e 507 extracomunitari. Escluse dalla graduatoria 275 persone (69 italiane e 206 extracomunitarie). Ma il vero problema che grava, come una spada di Damocle, su Atc Piemonte Nord e soprattutto Comune di Novara, è la situazione che si sta profilando.

Atc: “Abbiamo fatto la nostra parte. Ma ora tocca al Comune”

61 dei primi 107 rientranti nell’ultima graduatoria sono persone che provengono dall’ex Campo Tav.

“Aver optato per la chiusura, seppur doverosa – ha spiegato il presidente di Atc Giuseppe Genoni – ha fatto in modo che per un paio di anni assegneremo gli alloggi popolari soltanto a coloro che arrivano dall’ex Tav. Se a questo aggiungiamo che il Comune ha chiesto il 50% dell’emergenza abitativa, allora passeranno anni prima che si riesca ad evadere la graduatoria. Certo che se il Comune utilizzasse quel 50% di emergenza per accogliere gli ex abitanti della Tav allora la graduatoria si smaltirebbe con maggiore celerità”.

Altro problema: quello delle proprietà. “Iniziamo a verificare che tra gli italiani non vi siano proprietari di immobili al di fuori della nostra regione. Per gli extracomunitari la cifra sarebbe irrisoria”.

E infine, le morosità colpevoli: “A quelle confermate fino al 2014, più di 700, se ne sono aggiunte altre 277 per 2015 e 2016 – ha spiegato Genoni – Siamo a quota 1000. Su 2200 assegnatari del Comune di Novara, il 40% sono morosi colpevoli. Finora sono state verificate 200 situazioni sulle prime 700: gran parte hanno firmato un piano di rientro che però non stanno pagando. A questo punto, per legge, il Comune dovrebbe procedere con gli sfratti. Da questo momento, sono solo scelte politiche. Noi non abbiamo gli strumenti idonei per andare oltre l’individuazione dei morosi colpevoli. Tocca al Comune procedere”.

Il vero problema è una legge regionale che va adeguata all’evolversi di un’emergenza sociale che, negli ultimi anni, ha anche cambiato “connotati”. “E’ in corso una revisione delle legge – spiega l’assessore regionale Augusto Ferrari – Stiamo prendendo spunto da latre leggi, come quella della Toscana, in cui rientra il concetto di cittadinanza, affiancato dai parametri che sono previsti anche dal decreto del reddito di inclusione (lavoro, passaporto, ecc). Ma il sistema di controllo e monitoraggio, messo in campo anche a Novara, in altri comuni sta dando ottimi risultati”. Un sistema che, nel capoluogo, però, pare essersi arenato se si considera che da marzo ad oggi sono state analizzate solo 200 morosità su un totale di 1000 casi.