Mentre la campagna per il referendum del 4 dicembre è agli sgoccioli, la politica novarese, molto più sottotraccia, è impegnata anche su un altro fronte, ovvero le prossime elezioni provinciali.
Si vota l’8 gennaio e ad esprimersi saranno tutti gli amministratori locali eletti (sindaci e consiglieri comunali in carica) della Provincia di Novara. La scadenza per la presentazione delle liste elettorali è il 18 dicembre: le liste saranno composte da un minimo di 6 ad un massimo di dodici candidati e dovranno, ciascuna, essere sottoscritta da almeno il 5 per cento degli aventi diritto al voto.
Un appuntamento che apparentemente sembra non interessare nessuno, anche se, mai come in questo caso, l’apparenza inganna…
Soprattutto dalle parti del centrodestra (ovvero il blocco che, stando ai numeri, dovrebbe risultare vincitore, potendo contare sulle maggioranze consiliari delle principali città della Provincia) dove, in questi giorni, si sono rincorse telefonate ed incontri al fine di capire come dovranno essere composte le liste e quali dovranno essere i candidati.
E qui, in modo certamente più felpato rispetto alla bagarre pre elettorale che ha contraddistinto le amministrative per il Comune di Novara, sembra una volta di più riproporsi quella “disunità” del centrodestra locale, che allo stato attuale, pare essere l’elemento caratterizzante del dibattito.
D’altronde anche i protagonisti sono i medesimi ed è indubbio come la conquista di Palazzo Cabrino abbia galvanizzato le truppa composta da Lega, Fratelli d’Italia e quella parte di fuoriusciti da Forza Italia che poi sono andati a comporre le varie liste “civiche” a supporto dell’elezione di Alessandro Canelli, contribuendo a determinarne il risultato, soprattutto al primo turno.
L’obiettivo quindi a questo punto sembrerebbe la replica pari pari di quello schema, con il fine ormai palese di “cancellare” l’altro pezzo di centrodestra, comunque sopravvissuto alle amministrative e che vede in Forza Italia e nella Civica Io Novara di Daniele Andretta l’espressione oggi di una robusta e quantomai fastidiosa opposizione dentro Palazzo Cabrino.
Un’operazione che il parlamentare di Fdi Gaetano Nastri (ex amico fraterno di quello stesso Andretta cui aveva promesso incondizionato appoggio alle comunali, salvo poi cercare una candidatura in proprio, salvo poi appoggiare Canelli su indicazione nazionale del partito) sembrerebbe deciso a condurre in prima persona, anche con la mica tanto segreta speranza di riuscire una volta per tutte a neutralizzare l’arci nemico Diego Sozzani, consigliere regionale ed attuale coordinatore provinciale dei berlusconiani sotto la cupola.
Una prospettiva in linea con le aspirazioni di una parte importante della stessa Forza Italia, ovvero quella che ambisce a ricompattare il partito attorno alla Lega di Salvini e che vede fra i promotori più attivi il governatore della Liguria Toti, in Piemonte l’europarlamentare Alberto Cirio e sul piano locale Marzia Vicenzi (operazione che in questi giorni ha trovato linfa nuova dopo il brusco stop imposto da Berlusconi al progetto di riforma del partito di Parisi).
Comunque sia nei giorni scorsi un incontro fra lo stesso Nastri, il coordinatore provinciale della Lega Marzio Liuni ed il Sindaco di Oleggio Massimo Marcassa (in rappresentanza di FI), avrebbe chiuso un accordo in questa direzione, optando per un listone unico all’interno del quale troverebbero spazio lo stesso Marcassa (magari con l’ambizione di diventare poi egli stesso presidente della Provincia), il sindaco di Gozzano Carla Biscuola ed il presidente del consiglio comunale di Trecate, Andrea Crivelli.
Una prospettiva che avrebbe fatto infuriare Sozzani che, a quanto sembra, aveva dato un mandato ben diverso a Marcassa, ovvero quello di provare ricucire lo strappo pre-elettorale, preservando anche l’alleanza con il gruppo civico di Andretta, con l’obiettivo di aprire un dialogo con la maggioranza in vista delle scadenze future. Insomma passi il listone unico, ma senza tagliar fuori nessuno, men che mai Forza Italia stessa ed i suoi vertici locali!.
Insomma, ancora una volta, è fra i berlusconiani che si consuma lo psicodramma di un partito che sembra ormai aver perso la bussola, dove si sommano ad una già difficile situazione di incertezza, personalismi, sgambetti, ingerenze a vario livello e veti incrociati.
Appuntamento importante per sciogliere i nodi sarà dunque, a Novara, quello di domani sera nel corso della consueta riunione del partito a livello provinciale: immaginare che si tratterà di un incontro “caldo” è, stando così la situazione, quantomeno eufemistico!
Senza peraltro dimenticare che nella partita delle elezioni provinciali un ruolo determinante l’avrà il risultato referendario di domenica che potrebbe, a seconda dell’esito, portare all’abolizione della legge Delrio e quindi ad un ridisegno complessivo di questi enti: con quale peso, funzioni e prospettive è da capire… (A Novara si voterebbe in qualunque caso con le modalità attuali, visto che le elezioni sono già state indette)
Anche se, come ci fa notare un arguto funzionario pubblico “Togliere la parola Provincia dalla Costituzione non significa togliere la Provincia dalla realtà… Anche la parola Prefettura non c’è nella Costituzione, eppure queste sono vive e vegete da 215 anni!”…