Entrò di forza negli uffici del Comune, l’accusa chiede un anno. Voleva informazioni sul bonus per lasciare l’alloggio all’ex campo Tav ma poi aveva strappato il telefono dalle mani del funzionario comunale
Per l’accusa nessuno sconto e nessuna attenuante: un anno di reclusione. Questa la richiesta avanzata dal pubblico ministero per il 35enne italiano che un giorno dell’aprile scorso si era presentato alla porta dell’ufficio del funzionario dei servizi sociali del Comune per chiedere informazioni sulla possibilità di ottenere il bonus da 1500 euro previsto per chi lascia spontaneamente l’alloggio all’ex campo Tav; poi di preciso quel che era accaduto non è del tutto chiaro; sta di fatto che, secondo il funzionario, l’uomo, con qualche precedente alle spalle, dopo essersi sentito dire di attendere fuori dall’ufficio ed aver visto che il funzionario chiudeva la porta, l’avrebbe seguito aprendo di forza la porta e quando aveva visto che prendeva il telefono, presumibilmente per chiedere aiuto, glielo aveva strappato dalle mani. Ne erano seguiti attimi di concitazione mentre qualcuno degli altri uffici chiamava il centralino della Questura; e quando il giovane se n’era andato ed era sceso in strada aveva trovato ad attenderlo gli agenti di una volante. Per lui era scattato l’arresto per le ipotesi di reato di violenza privata e violazione di domicilio, reati aggravati da violenza e minaccia. Dopo la convalida dell’arresto per l’uomo era stata disposta la misura dell’obbligo di firma in attesa dell’udienza per direttissima; nell’ultima udienza – intanto il Comune si è costituito parte civile – il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 1 anno, il difensore l’assoluzione per il reato di violenza privata e il minimo della pena per la violazione di domicilio. Si torna in aula il 17 luglio per eventuali repliche, di accusa e difesa, e sentenza.