Epilessia, incontri con le scuole per abbattere pregiudizi e false credenze. Un progetto congiunto Azienda ospedaliera e Kiwanis Monterosa
Il servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’azienda ospedaliero universitaria di Novara, diretto dal dottor Maurizio Viri, e il Kiwanis Monterosa Novara, presieduto per l’anno 2018-2019, da Adriana Guaglio, psicologa presso la stessa struttura, promuoveranno, nei mesi di febbraio e marzo, un progetto di informazione/prevenzione sull’epilessia nelle scuole di Novara. Sarà interessata la scuola primaria di secondo grado “Bellini”: l’iniziativa si articolerà in più incontri e coinvolgerà 163 ragazzi delle prime e seconde e 55 ragazzi di Pernate; previsto un incontro congiunto genitori e insegnanti. Per i ragazzi più grandi gli incontri avverranno all’Istituto Professionale Ravizza, dove saranno coinvolte le quarte e le quinte per un totale di 78 ragazzi e anche in questa scuola è stato programmato un incontro congiunto con genitori e insegnanti. Storicamente l’epilessia, nonostante la sua elevata incidenza, è sempre stata una patologia poco compresa, poco conosciuta e accompagnata da paure e pregiudizi; è una delle malattie neurologiche più diffuse, che può comparire a qualsiasi età, con un picco nei primi anni di vita ed in età anziana, che ha come caratteristica quella di essere associata a tratti psicologici negativi, a personalità disturbate, a comportamenti anomali, addirittura delinquenziali. Questo è un retaggio molto pesante da sopportare per i ragazzi che soffrono di epilessia e diventa quindi fondamentale attivarsi per promuovere una nuova cultura di questa patologia, finalmente scevra da idee preconcette ed errate. Il progetto ha come scopo quindi di abbattere i pregiudizi e le false credenze che ancora oggi incombono sul malato di epilessia. E’ opinione condivisa tra i maggiori esperti di epilessia che la qualità della vita e l’autostima tra i giovani che ne sono affetti può essere ampiamente migliorata lavorando per ridurre l’ansia stessa di essere vittima di un marchio. Quindi il progetto di informazione e prevenzione per combattere il pregiudizio si configura già come atto terapeutico ed è per questo che è stato ritenuto importante iniziare dai ragazzi, dai genitori e dagli insegnanti che più di chiunque altro rappresentano il terreno fertile in cui seminare e fare crescere la conoscenza di una malattia che può essere curata, guardando a chi ne soffre con serenità.
Written by: Redazione Buongiornonovara on 18 Gennaio 2019.