Novara – Sabato 5 ottobre alle 16 al Teatro Rosmini di Borgomanero il teologo Vito Mancuso sarà ospite con la conferenza “Come invertire la rotta di questa «nave dei folli». Etica e società”, a partire da Etica per i giorni difficili (Garzanti), affrontando i dubbi che ci accompagnano nella pratica quotidiana dell’agire morale, con presentazione di Roberto Cicala.
I nostri sono tempi difficili: viviamo in balia di un consumismo sempre più sfrenato, della paura suscitata da una guerra vicina e assurda, di una crescente incertezza del futuro. Avvertiamo il naturale bisogno di trovare un punto fermo su cui poter fare affidamento, ma al contempo constatiamo come a vincere e prosperare, attorno a noi, sia non di rado l’immoralità. Perché quindi il bene dovrebbe essere preferito al male, se questo risulta più conveniente e piacevole? Vito Mancuso ci guida con insegnamenti concreti e attraverso la pratica quotidiana dell’agire morale, verso la risoluzione dei tormenti, dubbi e conflitti che attanagliano le coscienze, alla ricerca di un’etica condivisa, in linea con le riflessioni dell’amico di una vita, Giannino Piana.
La rassegna si conclude il 7 ottobre alle 21 al Castello di Novara con un incontro con l’economista Carlo Cottarelli per riflettere su “Quale economia per quale etica?”, in dialogo con Davide Maggi, a partire da Chimere. Sogni e fallimenti dell’economia (Feltrinelli). Il saluto sarà di Luciano Chiesa a nome degli organizzatori.
L’economia non può mancare in un festival dedicato all’etica per il mondo che verrà. Perché grandi visioni riformiste si rivelano spesso pericolose chimere? Il confine tra sogno e utopia è sottile e tante idee geniali, messe a confronto con la realtà, hanno preso la direzione sbagliata. Carlo Cottarelli chiama quelle visioni “chimere” e le racconta, spiegando quale sia la posta in gioco del loro successo o fallimento. Sono questioni che riguardano noi e le generazioni future, il problema di una crescita compatibile con i vincoli ambientali, la necessità della stabilità monetaria, le conseguenze di un’eventuale deglobalizzazione: «Stiamo sognando troppo a lungo e, nel mentre, non facciamo quello che sarebbe necessario per rendere il sogno una realtà. C’è ancora tempo, è vero, ma dobbiamo renderci conto che sognare non è abbastanza».
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