Migranti. Tante sfaccettature di un medesimo dramma. Tante storie, dentro una sola grande storia che, a prescindere da come la si voglia interpretare è una vicenda epocale. Marcello Canepa ne ha isolata una di queste storie. Emblematica.
Per raccontarla un evento fra cronaca, cultura ed arte. Questa sera, alle 21, presso lo spazio Froglab di via Dei Gautieri a Novara.
“Pam Jafara ha 30 anni, è Mauritano, e soprattutto parla francese. É arrivato a Novara alla fine di febbraio 2016 grazie all’aiuto della cooperativa Pollicino, poco dopo essere stato salvato nel Mar Mediterraneo e successivamente mandato al centro di prima accoglienza Teobaldo Fenoglio di Settimo Torinese. Razzismo e la speranza di ritrovare suo fratello in Libia, sono stati i motivi che l’hanno spinto a intraprendere questo viaggio della speranza.
“Il n’y a pas des plaisir a vivre comme ça”. Queste sono state le prime parole che Jafara mi ha detto la prima volta che sono entrato nella casa dove vive con altri cinque rifugiati nigeriani che parlano inglese.
“Il n’y a pas des plaisir a vivre comme ça”. Continua a ripetermi.”
“Il n’y a pas des plaisir a vivre comme ça”. Queste sono state le prime parole che Jafara mi ha detto la prima volta che sono entrato nella casa dove vive con altri cinque rifugiati nigeriani che parlano inglese.
“Il n’y a pas des plaisir a vivre comme ça”. Continua a ripetermi.”