
Secondo le statistiche sono sempre di più gli italiani che fanno sesso on line. Ma spesso dietro agli inviti espliciti si nasconde la truffa… (via ottopagine.it)
Simone (lo chiameremo così) entra in redazione con gli occhi bassi… Ha un pensiero fisso, ricorrente, da ormai molti giorni, che non lo fa dormire, che non lo fa stare tranquillo.
Simone si è fidato ed ha fatto un gioco erotico sul web. Pare sia ormai una moda, sono in tanti a farlo secondo le statistiche.
A lui però è andata male, perchè da allora è ricattato da quella che a tutta vista pare una vera e propria organizzazione criminale che, per inviargli i messaggi estorsivi utilizza addirittura le insegne dell’Unicef, senza paura e senza vergogna…
La storia, che ha già uno strascico di denunce, andrà presto in onda su “Mi manda Rai 3” di Salvo Sottile; intanto però ve l’anticipiamo noi.
Tutto comincia un giorno d’agosto, il 25 per la precisione, verso le 10 del mattino. Simone è un operaio di 47 anni che vive in un paese alle porte di Novara. “Una vita normalissima – dice – il lavoro, la fidanzata, la famiglia…”. Quella mattina non lavora e si mette a curiosare su facebook, social cui è iscritto da tre anni all’incirca.
“Una certa Carolle mi chiede l’amicizia ed io accetto. Sembra una bella donna, non una ragazzina, sicuramente non una minorenne. Nel pomeriggio comincia a scrivermi in privato. Prima messaggi vaghi, poi sempre più espliciti…”.
Un approccio probabilmente comune, condito da frasi del tipo “Sono qui sola nuda”, “Hai Skype?”, “Fammi una video chiamata che ti faccio vedere come sono nuda” e via di questo passo (frasi che sono state tutte riportate nella denuncia che poi Simone ha sporto ai Carabinieri)…
“Io spiego che non ho Skype – racconta Simone che non sembra essere un esperto del mezzo – non ne so nulla di questi sistemi di comunicazione. Mi limito a fb. Insomma lei mi dice di fare una videochiamata con messenger ed io lo faccio. Dall’altra parte risponde una donna che non mi sembra quella della foto di profilo e che certamente non aveva meno di vent’anni. Indossa una canottiera e delle mutandine che poi si toglie, cominciando a masturbarsi, invitandomi a fare altrettanto”.
La cosa singolare è che Simone non sente mai la voce della donna “Mi scriveva, dicendo di avere il microfono del cellulare guasto. Io all’inizio mi riprendevo solo il viso, ma Carolle insisteva perchè gli mostrassi quello che lei chiamava “il gallo””.
Il gallo? “Il pene!” precisa Simone imbarazzato.
Insomma l’uomo ci casca e comincia a masturbarsi davanti alla videocamera… Passa solo un attimo e… “cade la connessione!”. Un amico che accompagna Simone durante l’intervista prova a buttarla sull’ironico: “Ma come… Sul più bello?” ridacchia.
Ma l’operaio è troppo scosso “All’improvviso cambia tutto! Carolle comincia a scrivermi che aveva registrato il video e di mandarle dei soldi, altrimenti avrebbe pubblicato tutto su facebook e su You tube. La cosa che più mi ha spaventato è che sembrava conoscere i miei amici ed i miei parenti che sono sui social. Probabilmente mi teneva d’occhio da un po’…”.
“Ero terrorizzato! Prima mi ha chiesto 5000 euro ed io ho risposto che guadagno 700 euro al mese e quindi non avevo tutti quei soldi. Dunque le sue pretese sono via via calate a 2000 euro. Mi ha detto che prima di pagare avrei dovuto chiedere l’amicizia al profilo Ong Directore, così avrei ricevuto le istruzioni per pagare, cosa che ho fatto e… Con grandissima sorpresa mi è uscito il logo dell’Unicef, con addirittura la foto di bimbi africani che chiedono cibo”.
Probabilmente il profilo clonato di qualche funzionario dell’organizzazione non governativa, stando al racconto di Simone, che risulta essere residente in Francia ed aver frequentato l’università della Sorbona. “I messaggi da lì in poi me li mandava lui o lei – dice la vittima dell’estorsione – io credo si trattasse sempre di Carolle, perchè il linguaggio era identico, un italiano un po’ stentato ed uguali le argomentazioni. E’ addirittura arrivato a scrivermi che quei soldi sarebbero stati devoluti a sfondo benefico”. Forse un inquietante tentativo di far credere alla possibilità di porre rimedio al fattaccio…
Simone riceve le istruzioni: deve pagare 2000 euro con Money Trasfert tramite Western Union a favore di un nominativo che risiede nel Mali “I carabinieri hanno tutto – precisa Simone – messaggi, indirizzo, foto dei profili…”.
Ma l’uomo non paga ed, appunto, denuncia! “Dopo qualche giorno ne ho fatto un secondo di esposto – dice – perchè il video in questione è stato postato sul mio profilo fb, con un sottotitolo spaventoso “masturba webcam per una ragazza di 9 anni” e con il mio nome per intero. You tube l’ha rimosso quasi subito, mentre su fb è stato tolto poco dopo e sono ricominciate le richieste di denaro”.
Simone si dispera “L’ho detto ai carabinieri e scritto in tutte le denunce che assolutamente non c’erano minori. Quella donna del video era adulta, ne sono certo!”.
“Segnalerò subito la vicenda ai nostri vertici – dice Paolo Beltarre dell’Unicef di Novara – è una cosa incredibile. Non avevo mai sentito una storia del genere. Se quello che dice il signore fosse confermato è gravissimo: utilizzare un simbolo come il nostro per estorcere denaro con questi metodi è pazzesco. Questi profili vanno bloccati e queste persone fermate!”.
“Io spero solo che questa storia finisca presto – dice Simone – ho fatto una ca… Sono stato ingenuo! Ma penso a cosa accaderebbe se i miei famigliari lo venissero a sapere o se si sapesse sul lavoro. Alla mia fidanzata l’ho raccontato io… Non l’ha presa bene!”. Infatti due si sono lasciati “Mi sta bene. Sono stato un cretino!”.
Nei giorni scorsi, come dicevamo, anche Rai 3 lo ha intervistato, ovviamente nascondendone le generalità “Ho pensato fosse utile raccontare la mia esperienza, perchè altri come me non cadano nel medesimo tranello. Da quanto ho capito in questi giorni non sono il solo, anche a Novara ed un amico mi ha raccontato di gente che ha pagato, però non so come sia finita…”.
Intanto però i messaggi continuano ad arrivare “L’ultimo questa mattina (ieri per chi legge), con le solite intimidazioni. Ma denunciare comunque mi ha fatto star meglio. Prima ero disperato, pensavo alla mia intimità violata, alla possibilità che il video con quella scritta oscena potesse diventare virale… Non nego che ad un certo punto ho pensato anche al suicidio… Poi un amico mi ha fatto ragionare. Spero che fermino questi delinquenti e che la mia vita torni quella di prima…”.