Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: la Polizia di Novara deferisce 11 persone all’A.G.
Ai domiciliari il principale responsabile del collaudato sistema, che approfittando della posizione degli extracomunitari e dietro il pagamento di denaro, li regolarizzava come “falsi domestici”.

Un frame di uno dei video che dimostrano il passaggio di denaro
Il 10 giugno scorso, la Polizia di Stato di Novara ha dato esecuzione all’ordinanza della misura cautelare degli arresti domiciliari, nei confronti di un soggetto, al centro di un collaudato sistema, volto a produrre falsa documentazione, al fine di regolarizzare la posizione di numerosi stranieri soggiornanti irregolarmente in Italia. Coinvolti nel sistema almeno altre 11 persone, tutte deferite all’Autorità Giudiziaria, le quali, conoscendo la norma sull’emersione da lavoro irregolare (comma 1 dell’art.103 D.L. 34/2020), promettevano di regolarizzare la posizione di giovani extracomunitari, dietro il versamento di un corrispettivo, che variava da 3 ai 6 mila euro ciascuno.
Le indagini sono partite dalla segnalazioni inoltrate al personale dello Sportello Unico per1’Immigrazione, della Prefettura di Novara, che aveva già fornito alla squadra Mobile della Questura di Novara, notizie inerenti la verosimile commission di reati di falso, nell’ambito di pratiche di sanatoria da lavoro irregolare. Nello
specifico, di contratti di lavoro per collaboratori domestici, attuate al fine di trarre in inganno la P.v. ed ottenere il rilascio del titolo di soggiorno.
Le domande di emersione, venivano inviate telematicamente all’apposito portale del Ministero dell’Interno, che successivamente le smistava alle Prefetture competenti per territorio, in relazione al luogo di assunzione. Tutte le istanze erano soggette a controlli sulla loro regolarità da parte del S.U.I. Delle Prefetture, che poneva in essere tale attività, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro (in merito alla capacità reddituale dei datori di lavoro) e con l’Ufficio Immigrazione (che comunicava eventuali pregiudizi penali e/o di polizia ostativi del datore di lavoro e del lavoratore).
A seguito delle succitate segnalazioni e della conseguente attività d’indagine, è stata ravvisata la falsità di numerose istanze smistate, oltre che alla Prefettura di Novara, anche a quelle di Milano, Pavia, Varese, Torino e Monza.
In particolare, secondo a prospettazione accusatoria, la persona arrestata, unitamente agli altri indagati, avvalendosi della collaborazione di altri stranieri, che avrebbero assunto il ruolo di procacciatori di nuovi “clienti”, o più semplicemente, d intermediari. Avrebbe avviato la trattativa e raccolto il denaro, in cambio di tutta la documentazione necessaria per l’assunzione, in qualità dì collaboratori domestici.
Il principale indiziato avrebbe di fatto assunto il ruolo di “regista” in quanto profondo conoscitore della materia avvalendosi, inoltre dell’apporto di un cittadino egiziano referente di un nutrito gruppo di stranieri desiderosi di regolarizzare la loro posizione irregolare e di una giovane donna impiegata in un C.A.F. Milanese, che avrebbe approfittato della propria esperienza e posizione per inoltrare le pratiche telematicamente.
Nel corso dell’attività investigativa è stata preziosa la collaborazione degli stranieri coinvolti nella vicenda, che hanno fornito numerosi elementi utili al fine di confermare la fondatezza delle accuse, ivi compresi video relativi alla presunta consegna di somme di denaro.
1 reati ipotizzati sono quelli previsti dall’art.5 comma 8 D.lgs. 286/98, che punisce le ipotesi di falsità materiale (contraffazione o alterazione) del visto di ingresso o reingresso, del permesso di soggiorno, del contratto di soggiorno o carta di soggiorno, ovvero la falsità materiale di documenti, al fine di determinare il rilascio del visto di ingresso, reingresso, permesso di soggiorno, carta di soggiorno contratto di soggiorno, oppure l’utilizzo di uno di tali documenti contraffatti o alterati; nonché dall’art.12 comma 5 T.U.I., che punisce chiunque, a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio, ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione.