Il 1° Maggio, almeno fino a quando eravamo bambini, è sempre stato un giorno di festa vera. Mamma e papà erano a casa, noi non avevamo scuola, e tutto filava liscio. Oggi la festa dei Lavoratori assume contorni decisamente diversi. Ieri, nella mia timeline, leggevo un tweet. Ironico, ovviamente, ma che mi ha fatto riflettere. Diceva così: “Domani è la Festa dei Lavoratori… Roba per pochi intimi”. In effetti, oggi, il lavoro sta diventando un’eccezione.
NOVARESE: 42% I DISOCCUPATI TRA I 15 E I 24 ANNI
Pensiamo che nel Novarese, si registra il 42% della disoccupazione giovanile nella fascia d’età che va dai 15 ai 24 anni: è inaccettabile! E nell’età a seguire non è che le cose vadano poi tanto meglio. Quello del lavoro è un problema dilagante i cui risvolti sociali rischiano di trasformarsi in una piaga vera e propria. Cambiano le prospettive, mancano le ambizioni, c’è rassegnazione… E questo può contribuire al crollo di un sistema.
URGE UNA POLITICA DEL LAVORO
“Il 1° maggio deve essere l’occasione per rilanciare immediatamente il tema della creazione di nuovi posti di lavoro”, chiedono a ragion veduta i sindacalisti del territorio novarese. E allo stesso tempo, cercano di guardare un po’ oltre, laddove pare emergere un barlume di speranza: parlano di aumento della cassaintegrazione (quella in deroga interessa, nel Novarese, 5 mila persone), ma allo stesso tempo, di diverse richieste, da parte delle aziende, di orari più flessibili per far fronte agli ordini. Tengono anche le aziende di famiglia: in Piemonte se ne contano 700 con un fatturato di 25 milioni di euro e un aumento del numero di dipendenti del 20% tra il 2007 dil 2012. Qualcosa si muove, ma siamo ancora ben lontani dal traguardo.
COSTITUZIONE ITALIANA, ARTICOLO 1
Ci piacerebbe se bastasse schiacciare un tasto per affrontare la situazione. Purtroppo non è così…
Da parte nostra, non possiamo che augurarci che le cose vadano meglio, ma soprattutto rivolgere il nostro pensiero a coloro che un lavoro non ce l’hanno e a coloro che l’hanno perso. Non dovrebbe mai succedere in un’Italia che la Costituzione definisce “Repubblica democratica fondata sul lavoro”. E’ l’articolo 1 del testo su cui si è sviluppata la storia del nostro Paese… Qualcosa non torna…
Concludiamo con una frase di Roosevelt, che riteniamo sempre attuale:
“La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza.
La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”
E scusate se non ci sentiamo di augurare buona Festa del Lavoro!