La Fondazione Coccia è uno dei “problemi” economico finanziari del Piemonte. La Fondazione che gestisce lo storico teatro novarese fa infatti capolino, per quel che attiene al Piemonte, nella black list di Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, che ha esaminato la situazione delle partecipate italiane, in tutto oltre 5000 casi di gestione economico finanziaria di società appartenenti in qualche modo al pubblico. Della black list fa anche parte – e ai primi posti (all’ottavo per essere precisi) – quel famoso Comitato per i 150 anni dell’Unità d’Italia che da Torino ha organizzato tutta una serie di manifestazioni in occasione dell’anniversario, ormai ampiamente superato. Peccato che quel Comitato sia rimasto in piedi con una lunga coda di debiti tutti da sanare. Un triste primato per una top ten tutt’altro che edificante nella quale rientra la nostra regione con un bel meno dinanzi ai 3 milioni 600 mila euro spesi dal Comitato Italia 150. Decisamente più avanti, compare anche, come dicevamo, la Fondazione Coccia di Novara che, al 2012 (questo l’anno di cui Cottarelli ha esaminato i conti), contava un debito di un milione e mezzo.
Ed ora cosa succederà? “Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione o richiesta di procedere – spiega l’assessore al Bilancio Giorgio Dulio – A mio parere, questo elenco stilato da Cottarelli non è altro che un censimento della situazione generale utile a dimostrare il peso che le partecipate hanno sul debito pubblico e sugli enti locali. Una volta individuato il buco – continua Dulio – abbiamo di fatto trasformato un debito a breve termine, verso fornitori, tecnici ecc, in un debito a medio-lungo termine, per cui la quota annuale del prestito concesso dalla banca rientra nei costi normali di esercizio e viene coperta interamente dai ricavi e dai contributi, in modo che la Fondazione possa chiudere l’anno in pareggio”.
Rimane da capire, ora, se la black list costituisce un punto di partenza per un processo di graduale privatizzazione o dismissione delle aziende, fondazioni, comitati che rientrano in questo elenco, o se, sulla base di tale lista, il Governo darà indicazioni precise e dettagliate da seguire per tagliare i rami secchi degli enti locali. In quest’ultimo caso, certamente una decisione dovrà essere presa anche sulla Fondazione Coccia: “Per il momento andiamo avanti in questo modo. Vedremo quali saranno le direttive del Governo“, conclude Dulio.
“La Fondazione funziona bene – spiega l’assessore alla Cultura Paola Turchelli – Il nuovo consiglio di amministrazione sta lavorando alacremente e in modo molto attento e oculato. Non si tratta soltanto di un cda di stampo politico, quanto piuttosto di cariche di grande responsabilità. Questo soprattutto da quando abbiamo conferito alla Fondazione il patrimonio immobiliare, della cui vendita, ora, gode la Fondazione stessa. La situazione economico finanziaria è sotto controllo. Stanno aumentando i contributi e stiamo organizzando attività che possano portare beneficio al teatro, che diano i loro frutti. Questo anche in virtù della revisione dello statuto che detta un ampliamento delle competenze della Fondazione che oggi si deve occupare non solo di spettacoli, ma di prodotto culturale in genere. Tant’è che stiamo già lavorando alla convenzione per l’organizzazione della prossima mostra sul Big Bang che presenteremo all’inizio di settembre. Un coinvolgimento che porterà un certo beneficio grazie al quale la Fondazione potrà proseguire la propria attività, pensando anche a coprire e sistemare quel debito ereditato“.