Ulteriori tagli di fondi dal 2018? In attesa dell’emanazione dei decreti attuativi della riforma del terzo settore, iI Centri di servizio piemontesi sul piede di guerra.
Ad oggi, la disponibilità complessiva per l’anno 2017 ammonta a circa 29 milioni di euro, di cui circa 5 milioni destinati al territorio piemontese.
La nuova impostazione e il nuovo metodo di distribuzione del Fondo Speciale nazionale ai contesti regionali con una quota fissa per abitante, il Piemonte vedrebbe una decurtazione dei fondi disponibili di circa il 44%, passando da 5.212.631,55 euro a 2.906.802,36 euro (- 2.305.829,19); tutto ciò nonostante le Fondazioni bancarie con sede in Piemonte contribuiscano al Fondo Speciale con 10.425.263,10 euro.
“I centri di servizio per il volontariato sono in pericolo e addirittura a rischio chiusura se il decreto attuativo della riforma del terzo settore modificherà il metodo di ripartizione delle risorse. L’80% delle oltre 3.000 associazioni di volontariato iscritte al registro regionale del volontariato, senza il sostegno dei Centri non riuscirebbero a sopravvivere, hanno le loro sedi presso di noi, li sosteniamo passo a passo -spiega Daniele Giaime, presidente del CST – Questo tipo di provvedimento danneggerebbe e ferirebbe prima di tutto le associazioni. Inoltre il volontariato piemontese ha già fatto un grande sforzo per contenere le spese. Abbiamo profondamente riformato la nostra rete, passando da 9 a 5 centri. Uno sforzo organizzativo fatto cercando di tutelare le nostre risorse umane, i lavoratori dei centri, nonché i diritti delle associazioni stesse. Uno sforzo che non ci è costato poco, in termini di tempo, di energie. Questo decreto vanificherebbe quel lavoro, riducendo così tanto, e ancora una volta, i fondi a nostra disposizione.
Vorrebbe dire avere un unico centro per tutto il Piemonte, inutile per le associazioni distribuite su tutto il territorio. E vorrebbe davvero dire non dare più nulla o quasi alle associazioni e mettere a repentaglio i posti di lavoro dei nostri staff”.
“Al fondo speciale che ci finanzia contribuiscono per 10 milioni di euro le fondazioni piemontesi – conclude Giaime – mentre il 50 % resta sul territorio; se il decreto cancellerà il fondo regionale a vantaggio di un fondo nazionale torna al Piemonte meno della metà di quanto arriva oggi. Uno squilibrio inaccettabile. Faremo sentire la voce preoccupata del volontariato piemontese. Chiedo che ci si sieda prima di decidere intorno ad un tavolo”.
mi.bo.