Funivia Stresa-Mottarone. Le testimonianze, le prime domande e quel precedente datato 2001
Una tragedia, quella della funivia Stresa-Mottarone, che ha scioccato ed unito nella commozione. Con la doverosa vicinanza alle famiglie sconvolte dal dolore e le massime autorità del Paese, a partire dal Presidente Draghi, che non hanno tardato a far sentire la vicinanza delle Istituzioni.
Questo è il momento del lutto, per rispetto alle 14 vittime ed alle rispettive famiglie, con il bambino di 5 anni che lotta ancora al Regina Margherita, mentre il bimbo di 9 anni purtroppo non ce l’ha fatta, i disperati tentativi dei medici non sono bastati.
Ma già sono al lavoro gli inquirenti per stabilire le cause, con la Procura della Repubblica di Verbania che ha disposto il sequesto dell’impianto, perchè è chiaro che questa non può restare una tragedia che non trovi puntuali spiegazioni, individuando l’addove vi fossero, delle precise responsabilità.
Il magistrato incaricato, così come un’inchiesta che verrà aperta anche dal Ministero dei Trasporti, dovranno partire dal cavo traente della funivia tranciato, ad un centinaio di metri dalla stazione in frazione Alpino, come raccontato dalla prima cittadina di Stresa Marcella Severino. La Sindaca ha riferito alcune testimonianze dirette raccolte subito dopo i primi soccorsi: “Si è sentito un forte sibilo, la cabina che retrocedeva velocemente, tornando pericolosamente verso il pilone e poi cadere al suolo, prima di fermarsi in bilico sul versante inclinato di un prato, dopo aver fatto alcuni balzi” così ha dichiarato Severino ai microfoni di Sky.
Primi elementi e racconti, che potrebbero orientare le indagini e che inevitabilmente dovranno ripercorrere le recenti opere di aggiornamento dell’impianto, inaugurato nel 1970.
Un servizio adibito a trasporto pubblico, che aveva ripreso la propria attività lo scorso 24 aprile e che era molto utilizzato da famiglie e bikers, che salgono fino ai 1491 metri sulla vetta del Mottarone, per poi lanciarsi in discesa fra prati e passaggi nei boschi, con suggestivi panorami che si affacciano sul litorale di Stresa, ed il lago Maggiore che fa da superlativo fondale.
Una funivia che di recente, a partire e fino al 2016, aveva subito una serie di lavori di aggiornamento, curati dalla Regione Piemonte, che ha richiesto l’intervento di aziende specializzati fra le più competenti del settore (Leitner).
Vent’anni fa, cioè molto prima delle recenti revisioni, si era verificato un incidente, che per fortuna non aveva avuto conseguenze gravi. Il 13 luglio del 2001 infatti, una quarantina di turisti (fra questi due fratellini francesi) sono rimasti sospesi nel vuoto, con l’impianto fermato per ragioni di sicurezza, causa improvviso allentamento delle funi. Si sono salvati tutti, non senza difficoltà, scendendo da un cavo che penzolava nel vuoto per 25 metri.
Nel corso degli ultimi 10 anni, ci sono stati alcuni “stop and go”, con il paventato rischio della chiusura, che aveva visto impegnarsi in primo piano le amministrazioni locali; Comune di Stresa e Provincia del VCO in prima file, insieme alla Regione Piemonte, unite nello scongiurare la dismissione di un servizio, che resta un’attrazione unica, ed un volano che unisce il turismo lacustre, alle escursioni in quota, con una grande presenza di turismo straniero. Per questo le opere sono state finanziate dalla Regione Piemonte, dal Comune di Stresa, e dalla società di gestione, con 4 milioni e 400 mila euro.
Proprio per dare corso agli importanti lavori di revisione generale, la funivia è stata chiusa dal 2014 fino al 13 agosto 2016.
Lavori che hanno previsto la sostituzione dei motori, dei quadri elettrici, dell’apparato elettronico e dei trasformatori. E proprio durante quello stop, i cavi erano stati passati ai raggi X, attraverso una magnetoscopia delle funi. Mentre la manuntezione ordinaria, anche per ciò che afferisce le funi, avviene regolarmente due volte l’anno.
Anche le cabine, smontate, ricondizionate e rimontate, avevano subito un importante aggiornamento alla sicurezza, con l’aggiunta di impianti acustici e videosorveglianza a bordo. Questo dettaglio ovviamente, potrebbe dare importanti elementi alle indagini.
Come accade in questi casi, oltre alle testimonianze di vicinanza, sui social non sono mancati anche messaggi d’indignazione, che chiamano in causa proprio i responsabili della manutenzione. Altre accusa invece, mettono in dubbio le disposizioni di distanziamento sociale, relative alla diffusione del covid.
Qualche utente social in particolare, si è domandato come sia stato possibile far salire su quella cabina una quindicina di persone tutte insieme, quando ad esempio, per pranzare in un ristorante, il numero concesso è decisamente inferiore.
Da questo punto di vista è importante precisare che le cabine della funivia Stresa-Mottarone, possono ospitare fino a 40 persone e che le limitazioni legate al covid-19, riducono la capienza fino a 25, questo proprio per consentire agli utenti di tenere il distanziamento sociale, con la dotazione di mascherine.
La presenza di almeno 15 persone, è dunque perfettamente a norma e non può dare adito a nessuna speculazione, per altro è presumibile che le sfortunate vittime, facessero parte di nuclei familiari e che proprio il contingentamento abbia di fatto salvato altre vittime.
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