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Novara

“Fuori dall’Anci, tanto non ci ascoltano”: sindaci sul piede di guerra escono dall’associazione dei Comuni

Una decisione che sta gradualmente maturando alla luce di diverse situazioni che purtroppo hanno penalizzato i Comuni, specialmente quelli di piccole dimensioni. Ed ora quegli stessi comuni minacciano di lasciare l’Anci e di cercare un’associazione dalla quale si possano sentire più tutelati. Dopo l’uscita di scena di Cerano, anche a Galliate il primo cittadino, Davide Ferrari, sta seguendo questa strada: “La questione è maturata da un confronto con i sindaci del Cisa – spiega Ferrariera il periodo dei tagli delle risorse e dei trasferimenti compensativi di Imu e Tasi. Non ci sentiamo per niente informati e insieme agli altri si è convenuto che un’uscita dall’Anci potesse essere un segnale forte. Cerano è uscita e noi abbiamo la stessa intenzione“.

Trasferimenti correnti, patto di stabilità, rinegoziazione dei mutui: “Su tutte queste problematiche – prosegue Ferrarinon siamo per niente tutelati. Il servizio di informazione che fa Anci è regolarmente anticipato da servizi di altre associazioni o da servizi privati. Ci chiediamo: cosa paghiamo allora?“.

I Comuni, piccoli o grandi che siano, per entrare in Anci pagano una quota fissa di 150 euro che si somma ad una quota di 25 centesimi per abitante: “L’Anci ha un bilancio di 12,5 milioni di euro: come vengono spesi??? Si pagano dirigenti e dipendenti e poi??? Anche la storia della rinegoziazione dei mutui è stata un problema: cinque giorni prima della scadenza ci hanno consigliato di convocare i consigli comunali, cosa che avevamo già fatto peraltro. Ma così non si può andare avanti“. Per Ferrari, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presa di posizione politica del presidente di Anci Piemonte, Andrea Ballaré, il quale, sulla questione “migranti”, ha esortato gli altri comuni all’accoglienza e all’integrazione: “Come presidente di Anci – spiega il primo cittadino di Galliate – rappresenta i Comuni, quelli dove governa la destra, dove governa la sinistra o il centro. Non si può prendere una posizione di tipo politico. Personalmente non voglio far parte di un’associazione che fa politica, non mi sento rappresentato da un ente che, invece, dovrebbe occuparsi dei problemi a livello amministrativo ed economico“.

Ferrari sta già guardando ad associazioni e realtà “più attive e più proattive, da cui ci si possa sentire davvero tutelati”.

Anche Romentino ha una posizione molto critica sulla gestione ed organizzazione di Anci: “I Comuni piccoli hanno difficoltà a far sentire la loro voce – spiega il sindaco Alessio BiondoEmblematico è il caso dell’accertamento dei residui e del consuntivo: più di metà dei comuni avevano chiesto una proroga che non è stata data. Si tratta di comuni di piccole dimensioni, come Romentino. Se fossero intervenute le grandi città allora avrebbero dato ascolto alla richiesta”.

Il prossimo passo sarà quello di “muoversi per contare di più. E se questo non dovesse succedere, allora vedremo cosa fare. Abbiamo chiesto una serie di cose legittime insieme ad altri piccoli comuni. Ci sembra di capire che ci sia poca considerazione e quindi gli effetti eventualmente positivi di far parte di Anci spesso non li vediamo. Se 4000 comuni ti dicono che siamo in difficoltà, forse andrebbero ascoltati“.