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Novara

Giordano: «Novaresi: non vi ho mai tradito. Lotta dura al processo contro i calunniatori»

E’ il Massimo Giordano che Novara conosce, con il suo spirito combattivo e la sua determinazione, ma anche con il suo caratteraccio che può piacere o meno, ma che lo identifica perfettamente. Sono le sue caratteristiche, il suo modo di essere, di agire, di parlare, quegli stessi modi che hanno portato la città di Novara a funzionare. E molto bene. Questo è un dato di fatto.

Oggi Giordano ha deciso di sfogarsi e di mandare un messaggio alla città, dopo gli ultimi articoli apparsi sui giornali relativamente alle indagini che lo hanno coinvolto sulle questioni Coccia, Casa Bossi e Nord-Ovest. Lo ha fatto tramite una conferenza stampa durante la quale ha parlato a cuore aperto.

“Sono un ragazzo di strada, abituato alla lotta dura, per questo non vedo l’ora che inizi il processo perché in quella sede potrò difendermi. Ora non posso farlo: vengono pubblicati gli atti della Procura (estratti peraltro di atti) ed è chiaro che non posso rispondere, perché dovrei utilizzare degli elementi che invece verranno usati nella difesa processuale. Se li utilizzassi nelle mie dichiarazioni ai giornali, verrebbe distrutta la tesi difensiva stessa.

Ma in questa sede voglio lanciare un messaggio a Novara e ai Novaresi: non li ho mai traditi! Da loro ho avuto un consenso incredibile, mi hanno dato fiducia e quando sono stato sindaco, la città funzionava molto bene, molto meglio di adesso. Forse avevo un brutto carattere, beh, ce l’ho anche oggi e non intendo cambiarlo; ma la grinta e la voglia di fare del bene per la nostra città e per il nostro territorio non mi sono mai mancate. Finalmente ci sarà il processo: dico finalmente perché non vedo l’ora di dimostrare con decine e decine di dossier e di elementi che non ci sono favori né ricevuti né resi, che non è girata una lira e che non sono un gangster, come invece mi hanno voluto disegnare. Su di me, e non solo su di me, è soffiato il vento della calunnia, ma i calunniatori non potranno rimanere impuniti. Gli atti, se non li guardano i magistrati, verranno analizzati dai giudici. Quattro anni di indagini, intercettazioni a non finire… Per poi dire che litigavo con i dirigenti??? Certo, se era necessario per il bene della città, litigavo anche con i dirigenti. E’ un reato questo? Certo che no, e lo dimostreremo nella nostra battaglia processuale con una difesa robusta e dettagliata”.

Il vento della calunnia, contro cui si scaglia Giordano, “non ha origini politiche, ma certamente, in una fase successiva, è stato rafforzato dalla politica stessa. I calunniatori, comunque, troveranno pane per i loro denti. Ma noi ci difenderemo in modo leale, onesto, capace. Nome e cognome, dovranno assumersi la responsabilità di quello che hanno detto, noi ci prenderemo la responsabilità di quello che abbiamo fatto. In 15 anni di amministrazione, è facile imparare a capire di chi diffidare: ci sono nemici che ti vorrebbero sbranare alla prima occasione. Ma  solo chi è fesso, incapace e non pensa al bene della città, può fare certe cose. Non io!”

Giordano ricorda poi i fatti accaduti poco più di un anno fa: “Quattro giorni prima della perquisizione, capisco di essere indagato. Chiamo subito gli avvocati che contattano la Procura per informarla che mi metto immediatamente a disposizione per chiarimenti. Nessuna risposta, se non qualche giorno dopo, con l’arrivo in casa alle 7 del mattino delle forze dell’ordine. Mi dimetto immediatamente e non mi occupo più, in alcun modo, della mia attività da assessore. Mi interrogano poco dopo: ancora provatissimo da quanto mi stava accadendo, subisco 8 ore di interrogatorio senza che avessi in mano nessuna carta… Sono state scandagliate centinaia, migliaia di mail. Nessuna contestata… E poi alla fine: chi ha avuto qualcosa??? Il mio sarà un processo a porte aperte, spiegheremo nel dettaglio tutto, risponderemo ad ogni accusa, passo dopo passo. Non c’è nulla che smentisca le nostre tesi. Restituiremo quello che abbiamo ricevuto, ma lo faremo con lealtà e da veri uomini, non certamente con la calunnia come hanno fatto altri”.

“Comunico infine alla città di Novara che, in coerenza con quanto già detto, affermo il mio diritto, il mio dovere e la mia volontà di difendermi nel processo. Dunque, non replicherò più alle notizie che usciranno sui giornali, affinché coloro i quali vogliono trarre vantaggi e/o benefici da questa vicenda, non riescano a tradurla in una telenovela”.