Non è stato sconfitto, nonostante ricerca, scienza e medicina abbiano fatto grossi passi avanti, e la sensibilizzazione sul tema abbia stimolato l’attenzione e la prevenzione. Sull’Aids molto rimane da fare e sono ancora alti i numeri delle persone che si ammalano di questo terribile virus, la cui diffusione è raddoppiata rispetto a 15 anni fa.
Oggi, 1° dicembre, ricorre la Giornata della lotta all’Aids, una malattia che continua ad avere, a livello mondiale, un forte impatto sulla salute pubblica.
Nonostante in Piemonte la situaizone sia sotto controllo, i dati che arrivano dall’annuale report del SeReMi, il Servizio regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, fanno riflettere sul tema, per non abbassare la guardia e per continuare a combattere con la consocenza e la prevenzione l’Aids.
Ogni anno circa 300 piemontesi scoprono di aver contratto l’HIV. Nel 2013 sono stati 314, pari a un tasso di incidenza di 7,2 casi ogni 100.000 abitanti.
In Piemonte, questa infezione è tra le prime dieci patologie infettive segnalate, la terza tra i giovani uomini dai 25 ai 34 anni di età.
All’inizio del 2014 più di 8.200 persone vivevano con l’infezione da HIV nella nostra regione. La prevalenza di circa 2 casi ogni mille abitanti, paragonabile a quella stimata a livello nazionale, è in costante crescita nell’ultimo decennio ed è raddoppiata rispetto a quella stimata nel 1999.
Nella nostra regione, così come a livello nazionale ed europeo, l’infezione si trasmette prevalentemente per via sessuale, questa modalità riguarda quasi il 90% dei casi del 2013.
Le diagnosi si registrano con frequenza maggiore tra gli uomini e tra i giovani. Il tasso di incidenza più elevato (19, 2 casi ogni 100.000 abitanti) si registra tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, valore più che doppio rispetto a quello registrato per la regione (7,2 casi ogni 100.000 abitanti).
E’ ancora molto alto il numero di persone che arrivano tardi alla diagnosi, quando il loro sistema immunitario è già compromesso o addirittura quando si è già sviluppata la malattia (AIDS). Nel 2013 una diagnosi tardiva ha riguardato il 34% dei casi totali.
L’HIV è un’infezione prevenibile, attraverso l’adozione di comportamenti efficaci nel limitare la sua diffusione; la sua trasmissione è evitabile.
Come raccomandato a livello internazionale (OMS, UNAIDS), si confermano azioni essenziali per un’efficace lotta all’HIV anche nella nostra regione:
sensibilizzare la popolazione generale sull’importanza della salute sessuale e del suo valore in termini di benessere e qualità di vita, presupposto affinché le persone siano in grado di proteggersi in modo efficace e riescano a riconoscere una loro possibile esposizione all’HIV; attuare interventi di prevenzione primaria e secondaria mirati ai gruppi bersaglio a maggior rischio, individuando contesti, fattori e metodi di intervento specifici in grado di ottimizzare l’efficacia delle attività; garantire un trattamento tempestivo, corretto e completo in modo omogeneo e accessibile su tutto il territorio regionale per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico.