Azioni di informazione e formazione più incisive ed il divieto di istallare le famigerate “macchinette mangiasoldi” per il gioco d’azzardo lecito in locali che si trovino ad una distanza percorribile di 500 metri da istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, luoghi di aggregazione giovanile, istituti di credito, sportelli bancomat ed esercizi di compravendita oggetti preziosi ed oro usati. E’ questo il contenuto del disegno di legge approvato oggi dalla giunta regionale, su proposta degli assessori alla sanità Antonio Saitta e all’Istruzione, Gianna Pentenero, per il contrasto al gioco d’azzardo patologico, che era stato annunciato nelle scorse settimane.
La proposta, che dovrà essere vagliata dal Consiglio regionale, prevede anche il trattamento terapeutico ed il recupero dei soggetti che sono affetti da questa patologia ed il supporto delle loro famiglie nell’ambito delle competenze regionali in materia socio-sanitaria; azioni di informazione e sensibilizzazione tra le quali rientra l’estensione del numero verde regionale ad un servizio specifico di primo ascolto, assistenza e consulenza telefonica; sostegno alle amministrazioni comunali del Piemonte,; formazione dei soggetti coinvolti, ovvero giocatori, famiglie e gestori delle sale gioco.
In Italia il fenomeno del gioco d’azzardo è rilevante, come si desume dalle statistiche dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex AAMS) relative alla quantità di denaro giocato.
Il fatturato del gioco in Italia nell’anno 2011 è stato di 79,9 miliardi, di 86 miliardi nel 2012 e e 84,7 miliardi nel 2013.
La spesa degli italiani negli ultimi anni si attesta a poco meno di 90 miliardi: in pratica è come se ogni italiano spendesse 1400 euro all’anno per tentare la fortuna.
L’impatto sul PIL è passato dal 1,6% del 2001 al 6,5% del 2013, raggiungendo quasi l’equivalente del costo complessivo del Servizio sanitario nazionale.
L’ Italia ha, in assoluto, la più alta densità di slot- machine di ogni tipo: 1 ogni 143 abitanti.
“In Piemonte – dice l’assessore Antonio Saitta – questa spesa ha raggiunto 5,1 miliardi nel 2012, per stabilizzarsi a 5 miliardi nel 2013. A questi costi vanno associati i costi sociali legati all’impatto sulle famiglie, gli interessi economici da parte delle criminalità (usura, riciclaggio di denaro, irretimento dei giocatori, gestione del gioco illegale) ed i possibili reati commessi dai giocatori patologici stessi ( come ad esempio i reati di falsificazione, frode, furto, appropriazione indebita); i costi sanitari della presa in carico per la cura dei giocatori; i costi derivanti dall’impatto negativo sull’economia e sul mondo del lavoro Il fenomeno del gioco d’azzardo interessa il mondo giovanile, nonostante sia espressamente vietato ai minori di anni 18: la prevalenza del gioco d’azzardo patologico è stata stimata in circa l’8% nella popolazione tra i 15 e i 19 anni.
Se in Italia la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2% (dati Ministero della Salute), in Piemonte i casi conclamati e quindi presi in carico dai servizi che in ogni Azienda sanitaria si occupano delle dipendenze sono in prevalenza uomini, con una media di soggetti a rischio più alta di quella nazionale: nel 2013 sono stati trattati, presso i Servizi per la cura delle Dipendenze (Ser.D) del Piemonte, 1234 soggetti per gioco d’azzardo patologico”.
“Negli ultimi anni – sottolinea l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero – sono state diverse le iniziative promosse dalla Giunta e dal Consiglio regionale per sensibilizzare la popolazione del Piemonte su queste tematiche, penso ad esempio ai progetti di prevenzione della salute ed educazione delle giovani generazioni che hanno riguardato almeno ottomila studenti piemontesi. Il ddl regionale nasce però dalla necessità di un intervento più strutturale. Tra le diverse azioni da mettere in atto, il disegno di legge regionale parla anche di azioni di informazione rivolte ai genitori e alle famiglie sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line, i cui utenti sono spesso adolescenti non consapevoli dei rischi implicati in giochi che prevedono l’uso di denaro. Ciò che mi auguro è che gli stessi ragazzi diventino presto promotori verso i propri coetanei di azioni di dissuasione nei confronti del gioco d’azzardo”.