Si chiama Giuseppe Giannini l’infermiere che ieri, giovedì, intorno alle 15, ha coraggiosamente sventato una rapina a mano armata ai danni della cassa-ticket della sede del San Giuliano dell’ospedale “Maggiore”.
«Ho agito d’istinto – racconta – solo oggi mi rendo conto di quello che ho rischiato, affrontando un uomo armato di pistola. Ma non mi andava proprio che venisse preso di mira l’ospedale per cui lavoro… Questa notte, però, non ho chiuso occhio».
Gianni, infermiere del 118, era nel suo ufficio, alle spalle della cassa, al San Giuliano, quando poco prima delle 15 di ieri, un malvivente, a volto scoperto, ha spalancato la porta. In quell’ufficio c’è la cassaforte dove vengono conservati i soldi della cassa-ticket.
«E proprio indicando la cassaforte con la pistola che ha estratto dalla cintura– ricorda Giannini – il malvivente mi ha chiesto di dargli i numeri della combinazione».
L’infermiere, costretto su una sedia a rotelle da un incidente in moto, ha provato a calmarlo, dicendogli che non era in possesso di quei numeri.
«Lui ha fatto un passo indietro – ricorda – ha cominciato ad armeggiare con l’armadietto e lì ho deciso di reagire».
Giannini si è lanciato con la carrozzella contro il rapinatore e questi, preso alla sprovvista dalla reazione di quella che doveva essere una vittima inerme, proprio perché su sedia a rotelle, è fuggito.
«Si è lanciato verso la rampa che porta all’odontoiatria – continua il racconto – mentre io ho continuato l’inseguimento finché ho dovuto arrendermi di fronte a una rampa di scale».
«Perché ho reagito? L’ho detto, è stato un atto istintivo, mi sento responsabile nei confronti dell’ospedale, sia perché sono un dipendente e dunque sento il concetto di appartenenza, sia perché è stato in questo ospedale che mi hanno salvato la vita quando ho avuto l’incidente in moto».