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Novara

Gli ex consiglieri Reali, Diana, D’Intino: “L’insediamento di Amazon a Novara era evanescente!”

Amazon a Novara? Secondo l’amministrazione Ballarè doveva insediarsi ad Agognate

Riceviamo e pubblichiamo:

“A proposito del nuovo insediamento di Amazon a Vercelli, leggiamo in questi giorni su alcuni organi di stampa una intervista all’ex Sindaco Andrea Ballarè nella quale esprime affermazioni che meritano alcune risposte. Noi, al contrario, pacatamente,  ricordando la nostra esperienza fatta in Consiglio Comunale, proviamo a spiegare il nostro punto di vista: rispetto ad un iniziale convincimento scaturito da notizie annunciate, con particolare veemenza, da parte di Ballarè nei consueti incontri al tavolo di maggioranza, circa la possibilità che la famosa variante urbanistica di Agognate avrebbe attirato Aziende produttive sul nostro territorio, con le quali lui stesso affermava di avere concreti contatti, molte perplessità sono nate man mano che le procedure amministrative di variante al PRG venivano celermente presentate e ,  al  contrario, per gli insediamenti produttivi paventati dall’ex Sindaco e l’arrivo di nuovi posti di lavoro cresceva la totale incertezza.

L’allora maggioranza in consiglio comunale si spaccò proprio sulla vicenda Agognate-Amazon. Di quella maggioranza facevano parte i consiglieri Diana, Reali e D’Intino che poi costituirono il gruppo “La città in Comune”

Tantomeno le aziende da lui citate producevano alcun segnale capace di avvalorare quanto il Sindaco andava affermando.

Dubbi sono cresciuti ancora di più a seguito delle affermazioni   che  i due proprietari, incontrati in una apposita Commissione Consiliare esprimevano: da una parte registrammo una indisponente arroganza del Presidente di Vailog (Bertola) che affermava il convincimento secondo il quale, solo successivamente alla valorizzazione dei suoi terreni agricoli a Novara potevano arrivare investimenti per il lavoro. Mentre l’altro proprietario della metà degli stessi terreni, mostrava totale e stupefacente indeterminatezza nella volontà di rendere le proprietà futuro luogo di investimenti industriali. Tutto ciò in risposta a legittime e preoccupate domande formulate dalla maggioranza dei Consiglieri Comunali presenti.

Due fattori nel tempo, più esattamente, nei due anni successivi al febbraio 2014 hanno contribuito a farci cambiare idea.

L’insediamento di Amazon in Agognate sostenuto dal Sindaco e da Bertola vista l’assenza di altre Aziende,  diventava sempre più evanescente con il passare del tempo e la questione sempre più assumeva caratteristiche di speculazione tipica di quando tu compri un terreno che da agricolo passa a edificabile; inoltre qualora l’insediamento avesse assunto caratteristiche di concretezza, perché proprio su l’area di Agognate? (della quale solo una parte secondaria e non certo tutta era compromessa dai lavori TAV) e non su una vasta area del vicinissimo Comune di S. Pietro Mosezzo già urbanisticamente destinata a tale tipo di insediamento?; nel frattempo per quale motivo almeno altri quattro comuni piemontesi ( Torino, Alessandria, Casale M, Biella) affermavano l’arrivo di Amazon sul proprio territorio?

A seguito di quanto sintetizzato sopra, nonostante il convincimento che la nascita di posti di lavoro avesse importanza primaria, in noi avanzava sempre più la convinzione che non doveva passare il concetto di consumare comunque suolo agricolo  senza nessun ritorno che giustificasse tale scelta (leggi altro intervento qui).

Ciò andava anche a connettersi con un movimento che in città cresceva fino ad interessare oltre 5000 persone che, firmando un appello, richiamava il Consiglio comunale ad una maggiore attenzione nel considerare i numerosi spazi abbandonati e non utilizzati nella nostra città già destinati a scopo produttivo.

Oggi apprendiamo che Amazon si insedierà a Vercelli su un’area – fatto di non poco conto – già prevista per uso industriale nel PRG, in tempi e modi totalmente diversi da quelli che l’ex Sindaco insieme al proprietario dei terreni ci avevano raccontato. Stessa cosa pensiamo sia accaduta negli altri Comuni prima citati.

Noi pensiamo di non dover chiedere scusa ad alcuno, al contrario chieda scusa Andrea Ballarè per le promesse di un migliaio di posti di lavoro formulate solo con l’intento di promuovere la propria carriera politica.

Si rammarichi del fatto che non è riuscito a prendere il volo nonostante le false promesse e ha pagato quanto doveva per il linguaggio e i modi usati durante tutto il suo evanescente mandato e che ancora oggi utilizza con espressioni del tutto scomposte.

Da parte nostra, continuiamo a pensare che lo sviluppo della città si attua con la buona politica e deve essere rispettosa delle esigenze dei cittadini; deve considerare l’ambiente in cui vivono e mettere in campo opportunità vere di sviluppo di pregio e non di dequalificazione senza giochi che favoriscono unicamente gli appetiti politici del capo di turno.

Alfredo Reali

Biagio Diana

Roberto D’Intino