“Mancato controllo da parte della politica. E una gestione disinvolta del denaro pubblico da parte della struttura amministrativa”: il giudizio tranchant sulla vicenda della realizzazione del nuovo grattacielo sede della Regione in corso al Lingotto, è del procuratore della Corte dei Conti Corrado Croci, che chiama in causa anche la novarese Giuliana Manica, ex assessore al Turismo con Bresso e presidente regionale del Pd.

Il grattacielo della Regione progettato da Massimiliano Fuksas al centro di inchieste e polemiche
Lei, insieme a Mercedes Bresso (allora presidente della giunta regionale), Gianni Oliva, Gianna Pentenero e Gianluca Susta sono stati chiamati a rispondere alle contestazioni (in merito alle responsabilità politiche, poi vi sono anche quelle amministrative in capo ai funzionari regionali coinvolti) della procura contabile torinese, che da tempo ormai lavora per far luce sulla vicenda. A rivelarlo un’inusuale intervista nelle pagine di Torino de La Stampa di oggi proprio del Procuratore Croci, che ha definito la pratica “un pozzo senza fondo” sostenendo di “essere rimasto sgomento per il volume delle cifre e per come sono state trattate” ipotizzando un danno erariale di “almeno sette o otto milioni di euro”.

Giuliana Manica
Se le spiegazioni fin qui fornite siano state esaustive non è dato sapere, certo è che la procura contabile ha chiesto un’integrazione delle indagini ed ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica.
Sulla questione della realizzazione del nuovo grattacielo regionale firmato dall’archistar Massimiliano Fuksas, i riflettori della Guardia di Finanza di Torino erano accesi da tempo. Il progetto aveva preso avvio già con la giunta di centrodestra guidata da Enzo Ghigo che aveva ipotizzato di realizzare l’intervento nell’area denominata Spina uno (tra Corso Lione, Corso Mediterraneo e via Rivalta). Successivamente l’amministrazione Bresso aveva scelto una nuova area, quella di Fiat Avio nel quartiere di Nizza Millefonti a sud est della città, nei pressi del Lingotto, senza modificare o redigere un nuovo bando di gara per la progettazione. Con il tempo però i volumi dell’immobile erano praticamente raddoppiati rispetto a quelli inizialmente previsti da Fuksas: da qui la lievitazione esponenziale dei costi.
Inoltre secondo la procura della Corte dei Conti, che sta vagliando in questi giorni la montagna di documentazione relativa all’intervento, gli sconti previsti dal contratto originario sono stati cancellati e sostituiti con voci di spesa supplementari. Tra queste – si legge nell’intervista a firma di Alessandro Mondo – quelle derivanti dalla decisione “di affidare a Fuksas anche il progetto di variante per l’area antistante ex Oval, che, come abbiamo obiettato, avrebbe potuto essere realizzato internamente dagli uffici regionali”…
Per questo i rappresentanti della giunta di allora che hanno avuto responsabilità in materia, fra i quali appunto Manica, sono stati chiamati a chiarire le loro posizioni, anche se al momento è difficile comprendere quali e se le singole responsabilità siano state individuate.
In particolare la procura sottolinea la necessità di comprendere come mai, dinnanzi ad una modifica progettuale così consistente, non sia stata bandita una nuova gara. Bresso ha spiegato che questa modalità era stata scelta per evitare dilatazioni di tempi e costi (tentativo vano, visti i risultati), ma Croci obietta che forse un nuovo bando avrebbe consentito di strappare prezzi più bassi.
Attualmente l’architetto Fuksas ha in atto un contenzioso con la Regione, anche se nei giorni scorsi aveva dichiarato la propria disponibilità a ritirarsi dalla querelle pur di ottenere il pagamento dei propri collaboratori e di poter mantenere la direzione artistica del progetto. Proprio ieri sull’argomento si è svolto un incontro riservatissimo tra l’avvocatura regionale e la controparte, presente il neo assessore al bilancio Aldo Reschigna, sul cui esito non sono trapelate indiscrezioni.
Della questione si era anche occupata in passato l’ormai asfittica giunta Cota ed in effetti il predecessore di Reschigna, Gilberto Pichetto, aveva raggiunto un accordo con Fuksas che appariva percorribile. Ma la chiusura anticipata della legislatura ha causato il patatrac e dunque oggi anche la vicenda contrattuale risulta ancora aperta. Questo dal punto di vista amministrativo.
Sul fronte giudiziario e contabile invece sono attesi nuovi sviluppi. Illuminanti in questo senso le parole del procuratore Croci: “In tanti anni non mi ero mai imbattuto in un caso del genere”.