Dall’amichevole di Omegna indicazioni positive sul campo, dove Cacia e Bianchi si sono allenati a parte. Novità anche dal mercato in entrata ma anche dal prolungamento al 31 agosto, con la speranza che l’eventuale uscita di Sansone, possa consentire a Ludi di riaprire una trattativa per il ritorno di Gonzalez.
Nell’amichevole di ieri contro l’Omegna, conclusa con un 6-0 a favore del Novara calcio (6’pt Schiavi, 36’pt Cattaneo, 13’st Manconi, 32’st Sciaudone, 36’st Cordea, 40’st Vai), al seguito degli azzurri c’erano anche i nuovi arrivati Tommaso Bianchi e Daniele Cacia, che nel post gara sono stati fra più i gettonati nei consueti selfie. I due ex ascolani non sono stati schierati solo precauzionalmente e si sono limitati ad un allenamento differenziato nel campetto in sintetico antistante il Liberazione. Sulle loro condizioni mister William Viali, ha speso parole più che confortanti “Sono pronti, devono solo prendere il ritmo partita”, dicendo di aver scelto un approccio soft, visto anche il tempo a disposizione prima dell’inizio del campionato di serie C previsto per il 16 settembre; ovviamente salvo clamorose sorprese una settimana prima dal Collegio del Riesame del Coni, ma le due nuove pedine dello scacchiere azzurro stanno bene e sembrano davvero motivate.
In gita sul lago d’orta all’ombra del Mottarone, a corricchiarre per il campo, c’era anche Gianluca Sansone, oramai sempre più ai margini del nuovo progetto tecnico. Il prolungamento del mercato di C fino al 31 agosto, riapre la speranza di vedere l’ex Sassuolo volare verso altri lidi, ma a frenare la partenza del potentino c’è di mezzo un ingaggio piuttosto rilevante e la volontà del giocatore (assolutamente legittima) di non voler ridiscuterlo al ribasso.
Per i tifosi azzurri giunti nel Cusio, è stata la prima vera occasione di “riabbracciare” l’attaccante, dopo i suoi no reiterati ad alcune pretendenti. Attraverso reiterati cori, il gruppo Nuares non si è fatto sfuggire l’opportunità di far presente quanto la cosa non sia stata propriamente gradita e nel post partita anche chi si è fermato per foto ed autografi, non ha lesinato gelidi sguardi nei confronti dell’attaccante al momento della sua uscita; a dimostrazione di come sia chiaro che l’era Sansone a Novara sia finita.
Charly Ludi, fra mille difficoltà legate ad un’estate folle, ha portato a termine in queste ore diversi importanti acquisti: i portieri Filippo Marricchi (1999) dalla Juventus e Michele Di Gregorio (1997) dall’Inter; il difensore Davide Cinaglia (1994) dalla Cremonese ed il centrocampista Alessandro Mallamo (1999) dall’Atalanta; ma il prolungamento del mercato fino a fine mese, riapre le porte soprattutto alle speranze relative ad alcune uscite eccellenti.
Arrivato nel luglio del 2016 per cercare di far digerire la dolorosa partenza di Pablo Gonzalez, Gianluca Sansone rischia oggi di fare andare definitivamente di traverso la speranza di riaverlo, perchè oramai è chiaro a tutti, che il suo divorzio più o meno consensuale, potrebbe favorire il ritorno in azzurro del Cartero. Liberando il posto (anche per i limiti imposti dalla serie C) e di almeno parte dell’ingaggio, l’addio di Sansone consentirebbe a Ludi di tornare alla carica per Gonzalez, elemento che come spiegato in molteplici occasioni, sarebbe in grado di recitare un ruolo determinante per i destini azzurri, non solo da un punto di vista tecnico. Anche perchè Pablo si è svincolato lasciando definitivamente l’Alessandria, e l’amicizia, la stima e la voglia di trovare una soluzione insieme all’amico Ludi, non mancherebbero di certo.
Gianluca Sansone non avrà lasciato un segno tangibile sul campo, ma prendendo atto della situazione e comportandosi di conseguenza, eviterebbe quanto meno di essere ricordato per ragioni non certo più edificanti. Charly Ludi continua a coltivare la speranza dei tifosi, ma la corda si sta tirando e non è da escludere che si possa rompere, magari attraverso una rescissione certamente penalizzante da un punto di vista economico, ma che dimostrerebbe la volontà della società di non volersi piegare ad atteggiamenti tutt’altro che collaborativi.