Aprirà il prossimo 19 giugno, per chiudersi il 27 settembre, la mostra “Capolavori del Barocco – il trionfo della pittura nelle terre novaresi”, nella duplice sede del Broletto e della restaurata “Sala Casorati” (Via Silvio Pellico, 3) che verrò inaugurata per l’occasione.
Curata da Francesco Gonzales ed Annamaria Bava, la mostra prende in considerazione il periodo tra il 1630 (anno della peste manzoniana) ed il 1738, con 45 opere di grandi dimensioni provenienti sia dai Musei Civici, sia da collezioni private del territorio della provincia, sia da prestiti provenienti da tutta Italia.
“A differenza di quanto si crede – ha detto don Carlo Scaciga – l’epoca considerata è di grande fervore artistico. Dopo il periodo della peste c’è una grande ripresa culturale che appunto culmina con le espressioni più alte del Barocco, che mostra una ricchezza di forme e di fantasia iconografica straordinarie”.
“In ordine cronologico – come sottolinea Gonzales – la mostra evidenzia l’opera di alcuni degli artisti più significativi, compresa quella dei maestri come Guido Reni, Guercino, Pietro da Cortona, Carlo Maratta ma anche Nuvolone, Bianchi, Preda, Abbiati, Legnanino, Magatti, Luigi Garzi e Giacinto Gimignani, questi ultimi due provenienti da Roma”.
Ad aprire il percorso di visita al Broletto alcune opere di Melchiorre Gherardini che, con il San Michele Arcangelo rappresenta l’icona degli anni terribili del contagio. Accanto, Giovanni Arduino con l’Annunciazione (opera dei Musei Civici di Novara) ed altre due tele provenienti dalla chiesa di San Marco che sono state riscoperte di recente. V’è poi la testimonianza di Carlo Francesco Nuvolone, uno dei più attivi artisti dell’epoca barocca nel novarese, con il “Riposo dalla fuga in Egitto” (conservato a Borgomanero), l’Immacolata con il Cardinale Federico Borromeo (proveniente da Arona) e la Maddalena penitente. Vi sono opere provenienti dalla bassa Valsesia come il Gianoli da Borgosesia, il Montalto da Castagnola di Valduggia, il Busca di Romagnano Sesia e tele di Zanatta, Scaramuccia e Carlo Maratta con la splendida Madonna di San Luca di Corconio.
Dei “maestri” il Mosè di Guido Reni (proveniente dalla collezione della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia), Il Cristo risorto incontra la Madre del Guercino (di proprietà della pinacoteca di Cento) e la Raccolta della manna di Pietro da Cortina. Presso la Sala Casorati verranno invece esposte opere dal XVIII secolo con il Cuzzio, Tarquinio Grassi, Pietro Antonio Magatti ed Antonio Lucini.
Una sezione sarà dedicata ai paramenti sacri dell’epoca ed ai tessili antichi provenienti da Soriso, Craveggia ed Oleggio.
“E’ una mostra che insieme abbraccia tutto il territorio provinciale – ha sottolineato il presidente della Provincia Matteo Besozzi – con l’obiettivo di valorizzarlo, anche in funzione di Expo. E’ stato un lavoro di grande sinergia quello che ha portato a questo risultato e ci auguriamo sia gradito ai visitatori non solo novaresi”.
“Dopo i 20.000 visitatori registrati per la mostra degli artisti caravaggeschi, di cui 2000 stranieri – ha detto Maria Rosa Fagnoni di Atl – questo nuovo appuntamento arricchisce l’offerta del territorio. Verrà anche realizzata un’app che consentirà agli utenti di avere tutte le informazioni utili. Mi piace sottolineare che la mostra è ad ingresso gratuito, perché siamo riusciti a realizzarla grazie all’intervento dei nostri sponsor”.
“Novara è una piccola città d’arte – ha detto l’Assessore alla Cultura del Comune Paola Turchelli – ed il lavoro fatto in questi anni con la realizzazione del Sistema culturale permette di realizzare queste iniziative, che altrimenti non sarebbero possibili in un periodo di crisi come l’attuale. Lo stimolo e la sinergia fra gli enti è fondamentale”.
Infatti la mostra (che rimarrà aperta dalle 10 alle 19,30) è inserita del Sistema culturale integrato della Provincia di Novara, finanziata dalla fondazione Cariplo ed è promossa dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, Diocesi di Novara, Provincia di Novara, Atl, Regione Piemonte, Comune di Novara, le Fondazioni Cariplo, Sir Denis Mahon Charitable Trust, Crt e Camera di Commercio.