La Fondazione Coccia non paga ed ecco che arriva il decreto di ingiunzione, o meglio i decreti di ingiunzione. Colpa della mostra “In Principio” che, come ormai è noto, non è andata come gli organizzatori avrebbero voluto.
I biglietti staccati per le visite fatte all’ultima esposizione del Broletto non hanno risposte alle aspettative iniziali dunque mancano all’appello quasi 100 mila euro che in qualche modo bisogna ora trovare per pagare i fornitori.
Tra questi, la società che si è occupata della progettazione e del catalogo, il Codice delle Idee per la cultura di Torino che, a fronte di un mancato pagamento, ha inviato alla Fondazione Coccia, che di fatto è stata la promotrice della mostra, un decreto ingiuntivo per 30 mila euro.
Tempi duri per la Fondazione che, comunque, oltre all’atto della società di Torino, ha ricevuto altre sferzate da parte di fornitori incattiviti dal ritardo nel saldo delle fatture.
“La Fondazione si è fatta carico del coordinamento – spiega la direttrice Renata Rapetti – Tutte le fatture sono intestate a noi. Nel momento in cui sono arrivati i decreti ingiuntivi c’era una forte mancanza di liquidità perchè mancavano i contributi che dovevano arrivare da Regione e Fondazioni che hanno partecipato all’organizzazione della mostra “In Principio”. E’ stato un momento di vera difficoltà, un momento in cui però quei finanziamenti promessi stavano iniziando ad arrivare. Ecco perchè abbiamo subito contattato i fornitori e trovato, con loro, un accordo, dilazionando i pagamenti”.
Qualcuno dovrà invece aspettare, anche perchè in questi giorni, il CdA della Fondazione si è riunito per fare il punto sui conti legati alla mostra In Principio.
Qualche fornitura non è stata ancora saldata: “Comunque – spiega Rapetti – tolto il Codice delle Idee, rimane davvero poco da pagare. I tempi sono questi: ce ne rendiamo conto anche in teatro, con gli spettacoli. Anche noi, spesso aspettiamo i pagamenti che ci sono dovuti”.
La mostra al Broletto è costata circa 700 mila euro. Entrate 500 mila, tra contributi e biglietti staccati: le difficoltà a coprire i pagamenti si sono avvertite fin dal primo periodo di esposizione, tant’è che, ad un certo punto Fondazione e Comune hanno tentato di rinegoziare i contratti con i fornitori i quali, però, a loro volta, non hanno fatto alcun passo indietro, pretendendo il dovuto.
Un decreto ingiuntivo, giuridicamente parlando, potrebbe implicare un pignoramento oppure l’obbligo di pagamento attingendo dalle entrate della Fondazione, ossia quelle legate alla vendita degli spettacoli durante la stagione.
Il problema di fondo, comunque, rimane il grande onere che una Fondazione come quella legata al teatro Coccia si assume nel momento in cui esce dai tradizionali schemi teatrali per avventurarsi in iniziative sempre culturali ma in un settore differente, come appunto una mostra di questa portata e questi costi. In un momento in cui si riducono, anche per motivi legati alla crisi, pure il numero degli spettatori e quello degli abbonamenti durante la stagione teatrale ordinaria, farsi carico di ulteriori responsbailità economiche potrebbe rivelarsi deleterio per l’ente e soprattutto per le sue casse.
Intanto, ci si prepara alla nuova stagione: il sipario si aprirà con la lirica di “Viaggio a Reims” di Rossini. “La campagna abbonamenti è partita e sta andando bene – conclude Rapetti – Dato il livello della “prima” stiamo cercando di coinvolgere Expo che avrebbe un legame forte con quest’opera. In questi anni, comunque, abbiamo notato che sono calati gli abbonamenti, ma sono cresciuti i biglietti venduti. Gli spettatori, in un momento difficile come questo, probabilmente non se la sentono di spendere una grossa cifra tutta insieme, ma preferiscono dilazionare la spesa in un tempo più lungo. Comunque sarà una stagione importante. Per la prima volta, a Novara, arriverà Brachetti. Siamo molto soddisfatti del cartellone che, siamo certi, sarà fortemente apprezzato dal pubblico”.
Vista la situazione c’è da augurarselo!