Nel dibattito sulla realizzazione delle aree industriali di Agognate, anche la delegazione di Novara del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) prende posizione con una lettera che è stata inviata anche al Consiglio Comunale:
“Sono anni, ormai, che ci sentiamo raccontare sempre le stesse storie. E, come nel caso specifico, in nome dell’emergenza lavoro e di nuova occupazione, in maniera piuttosto sfacciata, si tentano operazioni urbanistiche che possiamo definire tanto ardite quanto improbabili.
Al centro dell’attenzione ed oggetto del contendere, sin dal 2011, sembra, infatti, sempre e soltanto, l’area di Agognate di proprietà Vailog (oggi Segro).
Negli anni 2005/2006, invece, al centro dell’attenzione vi era l’area a nord del CIM (ambito T2, Polo industriale nord-est), destinata ad ospitare lo sviluppo di attività produttive connesse e/o funzionali alla attività interportuale, con una vasta estensione alle aree limitrofe nei Comuni di Cameri e Galliate. Un’area per la quale il Sindaco Giordano dichiarava, per assicurarsi l’approvazione del Piano Regolatore, essere pronte le ruspe per iniziare cantieri e lavori in grado di garantire investimenti ed occupazione.
In questi giorni la stampa locale ha dato ampio spazio alle dichiarazioni dell’Assessore Bozzola sulle prospettive dell’area di Agognate: Segro ha già un cliente pronto per Agognate; Segro è pronto ad investire 150 milioni di Euro ad Agognate; Segro si impegna a creare ad Agognate 100 nuovi posti di lavoro entro il 2017. Per questo il Sindaco Ballarè ha confermato la convinzione che il progetto di Agognate abbia, per la città ed il suo territorio, un altissimo valore strategico.
Non vogliamo certo apparire come i soliti bastian contrari, ma le posizioni espresse tanto da Bozzola, quanto da Sindaco e da Vailog/Segro sembrano esclusivamente funzionali a sostenere la causa della variante di Agognate anche e proprio a danno del lavoro e di nuova occupazione.
Se davvero, infatti, Segro ha un “cliente pronto” perché non realizza subito quell’intervento, anche ad Agognate, sulla aree e nei capannoni vuoti esistenti che sembrano, per altro, già di proprietà Vailog o per le quali Vailog aveva dichiarato l’interesse all’acquisto? Sono aree già classificate dal Piano come “produttivo esistente”; verificano una superficie di circa 250.000 mq. e consentono, con gli indici di Piano, la realizzazione di circa 250.000 mq. di Superfici lorde di pavimento, con l’insediamento di almeno 5 volte i 100 addetti “promessi” sulle nuove aree.
Poi vi sono, in territorio del Comune di Novara e dei Comuni limitrofi, innumerevoli capannoni vuoti, grandi aree industriali dismesse ed oltre 6 milioni di mq. di aree libere, immediatamente disponibili per insediamenti produttivi.
Fra queste ultime, in Comune di San Pietro, a confine con il Comune di Novara e con l’area di Agognate, vi è un’area di circa 1 milioni di mq., direttamente collegata tanto al Casello di Agognate quanto alla futura tangenziale nord/ovest della città (per quanto tale nuova infrastruttura sia, a nostro parere, per molti versi, inutile, costosa ed a forte impatto paesistico ed ambientale).
Ed allora ci domandiamo e domandiamo a Sindaco, Assessore e Vailog/Segro perché aspettare il 2017 per realizzare almeno i 100 posti di lavoro?
Perché i 100 posti di lavoro sono o sembrano “disponibili” solo sulle nuove aree di Agognate?
Se un imprenditore ha un progetto serio e solido e non intende solo condizionare le scelte di una Amministrazione, non crediamo sia disponibile ad attendere la approvazione di un progetto di variante urbanistica per Agognate che, per altro, non ha certezze di esito positivo. E che anzi, a noi, appare del tutto improbabile.
Improbabile perché la variante non è detto abbia i numeri per essere approvata in Consiglio Comunale. Improbabile perché va verificata sull’incremento di consumo di suolo, per il quale devono comunque essere computate tutte le aree oggetto della variante urbanistica, siano esse destinate alla edificazione od alle infrastrutture (interne ed esterne all’area) od alla compensazione ambientale.
Improbabile perché il ricorso alla Corte dei Conti per danno erariale sarebbe probabilmente necessario e doveroso, soprattutto ove la variante urbanistica ed il Piano Particolareggiato dovessero essere formalizzati e proposti con gli stessi criteri del progetto precedente, in particolare sul calcolo del plusvalore della variante urbanistica (il 50% del quale la proprietà si è impegnata a corrispondere al Comune) e sulle modalità dello scomputo degli oneri di urbanizzazione”.
Per il FAI – Delegazione di Novara
Il Capo Delegazione Eugenio Alessandro Bonzanini
Il Delegato al territorio Giovanni Gramegna