Tanti medici, ma anche tanti cittadini e tanti volontari che nel mondo della sanità vivono quotidianamente, con tutti i successi e i problemi che il settore implica. Ed è proprio dal primo convegno dle ciclo “La nostra salute: quale futuro” che parte una riflessione non tanto sul presente, quanto sul domani. Su cosa ci aspetta e su quali sono i grandi temi su cui si deve, già da ora, attivare.
Quello di venerdì, nella rinnovata aula magna dell’Ospedale Maggiore, è stato il primo momento che ha lanciato di fatto l’argomento. L’introduzione è stata affidata da Roberto Mari, presidente dell’Associazione Tutela dei diritti del Malato, promotrice dell’evento insieme ad Aso, Asl, Ordine dei Medici e Regione Piemonte: il tempo della vita al centro del suo intervento, un tempo che si allunga grazie alle “nuove scoperte in campo scientifico e quindi anche medico. L’aumento della longevità esige quindi la disponibilità di risorse sempre più importanti, che al momento pare abbiano poco spazio nei bilanci della nostra Sanità Pubblica. A fronte di tali difficoltà, riteniamo non sia fuori luogo chiedersi se nel futuro, anche prossimo, è possibile agire per raggiungere un doppio fine, ridurre il tempo della malattia e allungare il tempo della salute: guadagnarsi così una longevità crescente sostanzialmente sana, e costi sociali sostenibili”.
Cittadinanza Attiva è una delle associazioni che maggiormente, in questi anni, si sono spese a favore dei diritti del malato, tematica sulla quale ha insistito la fondatrice Teresa Petrangolini. E poi gli interventi di Domenico Rossi, consigliere regionale, a nome dell’assessore Saitta, assente per impegni romani, e dei direttori di Asl e Aso, Adriano Giacoletto e Mario Minola, con i loro collaboratori.
Il prossimo incontro si terrà il 18 dicembre, con l’Ordine dei Medici e con un approfondimento sull’utilità della parola tra medico e paziente, condotto dal dottor Domenico Nano e dal Vescovo della Diocesi di Novara, Monsignor Brambilla.