Il Novara calcio rimescola le carte: si tira a campare o c’è dell’altro?
Dopo una stagione non certo entusiasmante, sono arrivate le conferme delle principali figure tecniche del Novara calcio, che la proprietà sembrava aver piazzato solo pro tempore. Siamo difronte ad un ridimensionamento, oppure si sta preparando qualche grosso cambiamento?
Eppure qualcosa non quadra, ma prima di esercitarci in lecite “congetture”, dobbiamo delle scuse ai nostri lettori. Il riferimento va al nostro articolo di ieri dove annunciavamo il “nuovo ds del Novara calcio” a seguito del comunicato ufficiale diffuso dalla società con l’incarico conferito a Moreno Zebi. Ci sentiamo in dovere di chiedere perdono, perchè la definizione di ds (direttore sportivo) non compare proprio da nessuna parte, ufficialmente la società azzurra ha nominato Zebi come nuovo Responsabile Tecnico. Sottigliezze lessicali? Puntigliosità semantiche? Ergo, le nostre scuse sono inutili ed esagerate? Potrebbe essere, ma ripetiamo, se inquadriamo il tutto ragionando su modi e tempi, qualcosa non quadra.
Non quadra che Moreno Zebi venga incaricato solo oggi, visto che lo avevi in casa ed a quanto pare stava già operando; nei contatti con il nuovo allenatore (Michele Mignani uscita dal Siena?) e nelle scelte su rinnovi. E se non stava operando a proprio nome, lo stava facendo per conto terzi, già ma a nome di chi? Ad esempio, chi ha deciso il mancato rinnovo dei giocatori in scadenza e dello stesso ex tecnico William Viali, la cui separazione definitiva è stata poi annunciata ufficialmente?
Dopo l’addio di Paolo Morganti (andato al settore giovanile della Juventus) e le dimissioni di Carlaberto Ludi, il Novara calcio ha semplicemente effettuato una riorganizzazione interna, andando a coprire i ruoli vacanti con incarichi pro-tempore. La logica, certamente comprensibile, era quella di arrivare senza esagerati scossoni a fine stagione, per poi tirare le somme e riprogrammare con nuove figure e invece?
Massimo De Salvo ha dato a Roberto Nespoli il ruolo di Direttore Generale per poi confermarlo, pescando fra i manager del Gruppo Policlinico. In quello di Direttore Sportivo è stato semplicemente “spostato” Mauro Borghetti, che infatti ieri è tornato al proficuo ruolo di Responsabile del Settore Giovanile, con l’altrettanto “semplice” promozione di Moreno Zebi a Responsabile Tecnico. Solo spostamenti interni di tessere, in un mosaico immutato, che però ufficialmente, almeno nella forma, lascerebbe scoperto il tassello nominale di Direttore Sportivo. Nessun nome “nuovo”, nessun “nuovo” contratto, nessun investimento su “nuove” figure professionali o manageriali e questo a fronte di una stagione non certo entusiasmante, dalla quale era lecito attendersi che una società ambiziosa, mettesse semmai in discussione qualche cosa, più che limitarsi a mescolare le carte. L’unico che si è messo in discussione è stato un Signore con la S maiuscola come Ludi. Non è esattamente una rivoluzione sostituirlo con il suo braccio destro, anche se merita la sua chance come chiunque, anche perchè magari in questi mesi ha saputo sfruttare il momento, adducendo argomenti sufficientemente convincenti. Ce lo auguriamo di cuore per il bene degli azzurri.
Le cose però sono due: o siamo difronte ad un ridimensionamento delle ambizioni e conseguentemente del budget oppure c’è dell’altro.
Assolutamente legittimo che la famiglia De Salvo dopo aver speso decide e decine di milioni, decida di rivedere il proprio impegno finanziario, serrando le fila, facendo il fuoco con la legna che ha a disposizione, magari provando a fare leva sui propri giovani, visto che il settore giovanile continua a funzionare a meraviglia, grazie al lavoro manageriale proprio di Borghetti ed a quello tecnico, soprattutto di Giacomo Gattuso. L’importante però è essere chiari, senza ingenerare false speranze, dichiarando con estrema sincerità i nuovi standard. Insomma, “tirare a campare” con quello che si ha (visto che c’è del buono) in attesa di tempi migliori, se volete: fare di necessità virtù.
Certo è strano che questa nouvelle vague al ribasso, si vari subito dopo la pomposa presentazione ospitata a Novarello, dei grandi progetti di rivalutazione della zona di viale Kennedy. La famosa cittadella dello sport, dove la componente Novara calcio non è parsa certamente defilata a guardare. E’ possibile che a giocare in uno moderno e bellissimo stadio (fino a 18 mila posti tutti coperti, quale sia il progetto, la sostanza non cambia) ci arriverà una squadra da media serie C, sostenuta da una società che si limiti a vivacchiare? Non è che per caso, forse anche in forza di quel progetto si stia smuovendo o si sia già smosso qualche cosa, che riguardi la proprietà stessa del ramo calcio?
Supponiamo che stiate per vendere il vostro negozio ed abbiate qualche dipendente che va in pensione o ha deciso di andarsene; assumereste nuovo personale in attesa di concludere la transizione, soprattutto se la nuova proprietà vi ha già anticipato che “giustamente” ha delle proprie idee e quindi vorrà avere i propri uomini da inserire nei gangli più delicati, per metterle in atto?
Lo avevamo premesso, al momento solo oneste e lecite “congetture” alimentate solo da suggestioni, come pure però, da tempi e modi osservati con un pizzico di spirito critico. Aggiungeteci il fatto che ad oggi (e siamo alla metà di giugno), non c’è una data fissata per il ritiro, non ci sono notizie relative alla nuova campagna di abbonamento e pure giocatori, tesserati e dipendenti, sembrano animati più da domande che da certezze. Siamo dunque difronte ad un De Salvo 2.0 che diventa “umile” e semplicemente vivacchia in attesa di tempi migliori o di un “Papa nero” che lavora nell’ombra predisponendo il proprio avvento?
Il tempo (speriamo non troppo), come sempre, ci dirà la verità. Ci auguriamo che nel primo caso, Massimo De Salvo e la società pratichino la chiarezza degli intenti e saranno comunque apprezzati; nel secondo caso, sia sempre e comunque scongiurato l’arrivo di qualche avventuriero, un rischio tutt’altro che remoto in questo mondo del calcio sempre più alla mercé.