Il Piemonte è tutta zona rossa? Da Novara e Vco diverse le voci che chiedono di differenziare le restrizioni
Da domani scattano le limitazioni in Piemonte, ma le province di Novara e VCO hanno indici di contagio più bassi. Il presidente del VCO Arturo Lincio e Confcommercio, scrivono ad Alberto Cirio per escludere dalla zona Rossa i due territori.
Da domani (venerdì 6 novembre) in tutto il Piemonte, scatteranno le nuove restrizioni determinate dal D.P.C.M. firmato ieri dal Presidente Conte. Provvedimento che ha incluso fra le zone Rosse (a maggiore indice di contagio) tutto il territorio regionale, e dunque per almeno 14 giorni, saranno previste le seguenti limitazioni:
- Divieto di uscita dai confini regionali e dai comuni di residenza, salvo per comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Per uscire di casa insomma, bisognerà motivarla munendosi di autocertificazione.
- Le lezioni scolastiche saranno in presenza fino al primo anno delle medie (dai 6 anni con obbligo di mascherina), per tutti gli altri ordini e gradi, si tornerà alla didattica a distanza. Uniche eccezioni per laboratori e bisogni educativi speciali.
- Bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, potranno solo effettuare consegne a domicilio fino alle 22.
- Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi.
- Aperti negozi di alimentari ed esercizi che vendono beni di prima necessità, quali: edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie e parrucchieri. Chiusi i centri estetici.
- Chiuse palestre, piscine e centri sportivi all’aperto. Resta la possibilità di compiere attività motoria a livello individuale, nei pressi della propria abitazione, con dispositivi di protezione.
- Alle attività produttive è chiesto solo di limitare al massimo la presenza, incentivando lo smart working.
Nel decreto del Presidente del Consiglio, a determinare le fasce di colore e le conseguenti restrizioni, ci sono 21 parametri, che partono dal fantomatico indice Rt (algoritmo che determina la velocità di propagazione del virus), passando per la percentuale di occupazione dei posti letto, con particolare attenzione alle terapie intensive.
Lo scopo del provvedimento, sarebbe quello di evitare il lockdown nazionale, individuando varie gradazioni d’intervento su territori limitati. Da questo punto di vista, c’è la possibilità che con ordinanza del Ministro della Salute, adottata d’intesa con i presidenti delle regioni interessate, possano essere previste delle esenzioni, in relazione a specifiche parti del territorio regionale che abbiano condizioni diverse e migliori, al punto di evitare l’applicazione di misure che, nel caso del Piemonte, portano ad uno stato di sostanziale lockdown.
Ed è a questo che si appellano alcune voci che arrivano da novarese e Vco, affinché il presidente della regione si faccia interprete presso il Ministero della Salute, di modulare interventi diversi per situazioni oggettivamente diverse.
Su queste basi si è mossa Confcommercio Alto Piemonte, che nelle scorse ore ha inviato al presidente Cirio una richiesta precisa, affinché novarese e Vco vengano escluse dalla zona rossa, in quanto “Il rischio sanitario non risulta il medesimo in tutte le province piemontesi e non è giusto paralizzare attività di commercio e di somministrazione ove non strettamente necessario e con tragiche conseguenze economiche e sociali per imprenditori e dipendenti”. La richiesta è stata inviata tramite pec alla Regione, dal presidente Maurizio Grifoni e dai presidenti di tutte le associazioni territoriali di Confcommercio (Novara e VCO) e di tutte le categorie rappresentate (somministrazione, abbigliamento, orafi, mobilieri, ambulanti, ecc.).
In effetti è ben chiaro quanto sia differente l’incidenza del contagio nell’area a sud-ovest del Piemonte (provincia di Cuneo e torinese in particolare) probabilmente per la vicinanza col confine francese. Ma attenzione l’indice RT, è solo uno dei 21 parametri presi in considerazione dal modello matematico scelto per determinare le varie zone di colorazione delle regioni, e la sofferenza di alcuni ospedali sta diventando palesa ed esplicita, come ad esempio a Novara, dove i ricoveri per Covid hanno oramai raggiunto i livelli di saturazione della primavera scorsa.
Anche il Presidente della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola però è convinto che si debba differenziare, e per questo ha scritto ad Alberto Cirio, premettendo che il suo territorio “Presenta ad oggi parametri di contagio che lo collocano in una fascia di basso rischio. Tale evidenza scientifica mi induce a chiederle – scrive Arturo Lincio – di applicare al VCO l’esenzione dalle misure restrittive previste dal menzionato decreto per le zone rosse, con specifico riferimento sia alle limitazioni di movimento sia all’obbligo di chiusura particolarmente esteso delle attività commerciali. In un momento, quale quello attuale, di forte criticità economica e sociale, sono a ritenere – prosegue il Presidente del VCO – anche in ragione di quanto mi hanno rappresentato le organizzazioni di categoria del territorio, che esercizi commerciali ed attività economiche abbiano pagato in questi mesi un prezzo molto alto alla crisi sostenendo anche spese ingenti per adeguarsi ai protocolli di sicurezza necessari ad assicurare l’apertura delle attività”.