La parte che interessa è quella che riporta il titolo “Prescrizioni particolari”: “La convenzione per la realizzazione degli interventi deve contenere un programma che preveda i tempi e i modi della rilocalizzazione nel territorio comunale dell’azienda; in attesa dell’avvio del procedimento di rilocalizzazione deve essere mantenuta l’attività produttiva esistente attraverso gli interventi consentiti dal piano nel tessuto produttivo esistente“.
Correva l’anno 2004. L’allora assessore all’Urbanistica, Diego Sozzani, incontrò i vertici della De Agostini: “I volumi concessi erano ingenti – ci spiega – La proprietà chiedeva volumi aggiuntivi per realizzare la nuova sede, non per forza al posto di quella esistente, ma comunque entro il perimetro della città. Raggiungemmo questo accordo, rinnovato in una condizione di competitività rispetto alla logistica dello stabilimento, per cui decidemmo di autorizzare il volume – peraltro anche consistente rispetto ad altre porzioni della città – in funzione dell’obiettivo. La condizione che si pretese fu quella di dare un vincolo: accettammo la sfida di rinnovamento a favore dei posti di lavoro, ma solo con un investimento nel territorio di Novara”.
“Il Comune ottemperò all’accordo nei tempi e nei modi convenuti. Non altrettanto si può dire della proprietà che la variante obbliga al reimpiego delle forze lavoro sul territorio novarese – conclude Sozzani – Giusto andare all’incontro con la proprietà ma con la consapevolezza di avere le carte in regola per fare valere un preciso impegno contratto dalla proprietà stessa con il Comune di Novara”.
Quindi, la prescrizione esiste ed è contenuta in quella variante che risale al 2004. Un elemento che potrebbe giocare a favore dell’amministrazione comunale e del sindaco Ballarè nel momento in cui incontrerà la famiglia Boroli. Certo il primo cittadino, ieri, in consiglio, dinanzi ai lavoratori delle Officine Grafiche, sembrava più intenzionato a convincere la famiglia a riprendere in mano il settore editoria. Per utilizzare uno strumento come quello urbanistico servirebbero forza amministrativa e coraggio politico: riuscirà il nostro “prode” Ballarè a realizzare l’impresa???