Succede che la scorsa settimana, decine e decine di novaresi hanno ricevuto un avviso di accertamento da parte del Comune nel quale si chiedeva di presentare agli uffici preposti le ricevute della Tares che risultavano non pagate. Le persone interessate hanno contattato il numero indicato per prendere appuntamento e si sono recate, nel giorno prestabilito, negli uffici del Comune con tutta la documentazione necessaria a dimostrare che in realtà, quelle bollette della Tares, erano state pagate. Nonostante l’appuntamento, molti novaresi si sono trovati in coda per almeno un’ora, ad attendere che altri concittadini chiarissero la propria posizione allo sportello. “Trattasi di un errore informatico“: hanno risposto le impiegate ai novaresi, qualcuno piuttosto alterato, che chiedevano il perchè di tale operazione: in sostanza succede che moltissimi pagamenti effettuati sulle imposte comunali, agli uffici competenti, o meglio al sistema informatico del Comune, non risultino. Insomma, come se non fossero state pagate. Ma cosa succede, si chiedono molti cittadini che sui social hanno segnalato il problema, se non sono state conservate le ricevute? Si paga due volte? Probabilmente no, se in qualche modo si riesce a dimostrare di aver effettuato il pagamento, ma il disagio è ugualmente percepibile, specie se quella bolletta era stata pagata in contanti. “Sono state spedite centinaia di lettere di accertamento con raccomandata – ci spiega Elia Bruno, uno dei tantissimi novaresi chiamati a chiarire la propria posizione – con conseguente perdita di tempo delle persone che devono dimostrare di aver pagato e delle due impiegate comunali che devono verificare situazioni che in realtà non avrebbero alcun bisogno di chiarimento. In più, ci è stato detto che a tutti coloro che sono stati convocati, verrà inviata un’ulteriore lettera per annunciare che è stato rilevato l’errore, ma ci vorranno alcuni mesi prima di risolvere la questione per tutti“. Insomma, tempo perso e risorse economiche ed umane sprecate per un errore informatico piuttosto pesante.
“Abbiamo sempre lamentato, anche in sede di consiglio comunale – spiegano i consiglieri dell’NCD – l’assenza di un rapporto del tipo “fisco amico” da parte del Comune nei confronti del cittadino. C’è la necessità di rivedere la regolamentazione delle tariffe e delle procedure. Il contribuente novarese è obbligato a certificare con un professionista abilitato e a proprie spese eventuali richieste di esenzioni di imposte sugli immobili. Non è previsto che esca l’ufficio tecnico per constatare l’abbandono dell’immobile, tanto per fare un esempio. Questa ulteriore vicenda conferma che il Comune scarica sul cittadino oneri che invece dovrebbe verificare esso stesso. Nel dubbio o nell’errore, l’amministrazione non va a verificare concretamente se il cittadino abbia versato o meno la propria imposta comunale, ma impone l’onere della prova al cittadino stesso, chiedendo la ricevuta. E speriamo che tutti i cittadini raggiunti da tale richiesta di accertamento abbiano conservato la ricevuta, altrimenti, qualora non fosse verificabile la situazione di qualche novarese, quest’ultimo potrebbe essere costretto al doppio esborso di una somma in realtà già pagata. E questo non è tollerabile. Per tale motivo presenteremo un’interrogazione per fare luce sulla vicenda“.