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Novara

Incidente mortale: automobilista condannato in primo grado, assolto in appello

Incidente mortale: automobilista condannato in primo grado, assolto in appello. L’incidente a Lesa nell’aprile del 2007. Il conducente dell’auto fu condannato a 6 mesi; a distanza di 9 anni da quella sentenza i giudici dell’Appello di Torino lo hanno assolto.

 

 

Era un pomeriggio di un giorno d’aprile di 11 anni fa quando a Lesa, sulla statale 33 del Sempione un’auto, condotta da un novarese, all’epoca dei fatti 36enne,  urtò un ciclomotore in sella al quale viaggiava un uomo di 56 anni, che stava percorrendo la statale in direzione di Belgirate. I due mezzi, così la ricostruzione della polizia stradale, viaggiavano entrambi nella medesima direzione, il ciclomotore a bordo carreggiata, l’automobilista dietro, quando, pare, per una manovra improvvisa del conducente del motorino, si verificò l’impatto che purtroppo causò la morte del 56enne. A nulla valsero infatti le manovre rianimatorie di un’equipe della medicalizzata del 118: troppo gravi le ferite riportate nel violento impatto a terra. Nel 2009 il giudice del tribunale di Verbania condannò l’automobilista a sei mesi di reclusione e al pagamento di 20mila euro di provvisionale; a determinare la decisione del tribunale nello stabilire il concorso di colpa dell’automobilista, la velocità con la quale procedeva l’auto e l’assenza delle tracce di frenata. La sentenza fu appellata dal difensore e nei giorni scorsi il processo è arrivato, a 9 nove anni dal pronunciamento del giudice di primo grado, davanti ai giudici della sesta sezione della Corte d’Appello di Torino. Per la difesa impossibile stabilire la velocità con la quale procedeva la vettura, perché dotata di sistema di frenata abs che non lascia tracce dei pneumatici e l’impatto si sarebbe verificato comunque, indipendentemente dalla velocità con la quale procedeva la vettura perché la manovra fu improvvisa. Nella sostanza, per la difesa, l’urto sarebbe stato inevitabile. E i giudici del secondo grado, accogliendo la tesi difensiva, hanno assolto l’automobilista “perché il fatto non sussiste”.