Incontro fiume fra il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino diversi membri della sua giunta e gli amministratori locali del territorio di Novara. Una riunione (preceduta da un altro appuntamento cui hanno partecipato rappresentanti delle associazioni di categoria, datoriali e sindacati) dove diversi dei temi sollevati non hanno potuto avere risposte perché “Molte risposte le attendiamo dal Governo”.
Patto di stabilità, piano di rientro sanitario, utilizzo di risorse per affrontare l’emergenza idrogeologica, riorganizzazione della rete ospedaliera, politiche sociali, politiche per l’innovazione, funzioni degli enti locali… La quantità di argomenti avrebbe forse richiesto un maggiore approfondimento; però quel che è emerso chiaramente dall’incontro di stamane nella sede del consiglio provinciale di Palazzo Natta, è che il vuoto creato dai due miliardi e mezzo di disavanzo maturato nel 2013, dopo una verifica più puntuale dei conti regionali, non è colmabile, se non con un massiccio intervento del Governo.
Una regione “tecnicamente fallita” come ebbe a definirla con una battuta infelice un ex assessore alla sanità? Se stessimo parlando di un’azienda privata ovviamente si e fra le righe lo ammette lo stesso Chiamparino: “Se dovessimo trattare i conti regionali in termini di copertura dovremmo parlare di un disavanzo di 800 milioni l’anno per i prossimi tre anni. Una cosa impensabile. Insostenibile. Per questo noi chiederemo al Ministro Padoan tre cose precise: un’interpretazione autentica del provvedimento “Sbloccaprestiti”, perché se passasse una lettura differente all’attuale noi vedremmo addirittura raddoppiare il nostro disavanzo fino a 5 miliardi; la possibilità di spalmare il disavanzo su più anni e di poter contare su un preammortamento dei mutui. Per il 2014 cerchiamo di chiudere il bilancio con il minor disavanzo possibile, mettendo in sicurezza le spese per il personale, i mutui, la sanità, i trasporti ed il cofinanziamento dei fondi europei”.
Per il resto, ovvero scuole, politiche sociali, cultura e turismo sarà possibile contare solo su 70 milioni di euro, rispetto ai 500 del 2013
“Il gioco dello scaricabarile non mi piace, non mi appassiona – dice ancora Chiamparino – e dunque non scaricherò le colpe su chi amministrato in passato. Noi oggi abbiamo una responsabilità ovvero quella di governare. Sarebbe più facile altrimenti chiedere l’aiuto di qualche commissario: noi non lo vogliamo fare, perchè crediamo nel ruolo della Regione, che è un ruolo di coesione sociale che intendiamo esercitare sino in fondo. Abbiamo un piano per la riduzione della spesa, ridurremo il personale denunciando lo stato di eccedenza, diminuiremo il numero delle sedi decentrate e di quelle dell’Arpa, accorperemo Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni, ridurremo il numero delle partecipate, senza però svenderle… Perché a privatizzare come ha fatto la Telecom son buoni tutti… Così no!”.
Chiamparino s’infervora, si sbraccia e chiama in causa “l’Aldo” (Reschigna, assessore al bilancio), “l’Augusto” (Ferrari, titolare delle Politiche Sociali), “l’Antonio” (Saitta, alla Sanità) le cui relazioni successive non saranno meno preoccupate.
“Noi non andremo dal Governo con il cappello in mano, faremo la nostra parte”: ovvero tagli e tasse…
“Il riordino della rete ospedaliera si propone di migliorare la qualità del servizio riducendo la spesa sanitaria di 350 milioni in tre anni. Dobbiamo assumere infermieri e medici, alzare il livello delle prestazioni così da evitare che i piemontesi si rivolgano ad altre regioni, perché questo rappresenta un costo insostenibile. Riduciamo anche del 35/40 per cento i costi della politica, perché se chiediamo sacrifici i primi a doverli fare siamo noi”.
Ma soprattutto sarà necessario l’intervento forte e deciso del Governo e per questo Chiamparino ha annunciato una serie di incontri nei prossimi giorni con i vari ministri: “Siamo stati costretti ad aumentare le tasse e questo credetemi non fa mai piacere a chi governa. Non era nei nostri programmi. Ma sappiamo che un intervento straordinario richiede che siano stati compiuti tutti gli atti necessari per rimettere a posto i conti, compresi purtroppo gli aumenti… Questo però ci darà modo di chiedere uno sforzo in più per la Regione Piemonte… E’ un momento difficile”…
Indubbiamente… Forse anche per questo la parata di auto blu fuori da palazzo Natta stride un po’, anche se a guardare bene ci sono solo vecchie Delta e qualche Punto. Colpo d’occhio che si poteva evitare, comunque…
Arriva poi il turno dei sindaci: San Pietro Mosezzo, Carpignano, Sizzano, Vicolungo, Maggiora, Suno… C’è chi ha bloccato il piano regolatore da un decennio almeno, chi chiede un appuntamento con funzionari e dirigenti regionali da settimane, chi pone la questione del rispetto del patto di stabilità (quasi tutti) che blocca anche lavori urgenti come quelli relativi all’assetto idrogeologico del territorio “Se piove ancora il fiume esonderà. Abbiamo i soldi per i lavori ma non possiamo utilizzarli!”.
“Chiederemo che queste opere siano sbloccate – dice Chiamparino – che queste risorse siano considerate a parte rispetto ai parametri del patto… Altrimenti andiamo tutti a Roma… Si manifesta davanti a Montecitorio per tante cazzate… Qui vi accompagno io”… Chiampa di lotta e di governo.