Il bambino acquisisce le prime abitudini alimentari nei primi 3 anni di vita: è importante quindi che i genitori indirizzino i figli verso preferenze che se non sono innate possono essere acquisite, a quest’età, senza eccessivi sforzi.
Bisogna porre attenzione:
– alla qualità e tipo di cibi
– alla variabilità di cibo disponibile (se si offrono sempre le stesse cose, il bambino non svilupperà il gusto per gli altri cibi e tenderà a chiedere sempre gli stessi alimenti)
– all’influenza spesso negativa che arriva dalle pubblicità
– a come viene vissuto il rapporto col cibo anche dagli altri familiari (ad esempio non usare il cibo come elemento di gratificazione per qualcosa che viene detto o fatto dal bambino; in questo caso il bambino si abituerà ad associare fenomeni emotivi al consumo di cibo, con il rischio di sviluppare poi nell’età adulta, anche in forma leggera, dei disturbi del comportamento alimentare).
Se le porzioni offerte sono generose, il bambino si abituerà a mangiare sempre porzioni grandi di cibo, indipendentemente dal contenuto calorico.
Inoltre è importante affrontare assieme la scelta dei cibi: il bambino tenderà ad “avere paura” dei nuovi sapori, ma con il supporto dei genitori potrà ampliare i suoi gusti che rimarranno tendenzialmente stabili anche in età adulta.
Nell’età scolare bisogna porre attenzione al “bombardamento” dei mass media, cercando di privilegiare alimenti sani e naturali (anche se si possono fare concessioni controllate proprio per non emarginare il bambino).
Per quanto riguarda l’adolescenza bisogna considerare in toto il delicato periodo: i cambiamenti corporei, soprattutto delle ragazze, possono scatenare eccessiva preoccupazione per il peso e l’aspetto fisico, ma in quest’età di crescita è importante che l’alimentazione apporti il giusto contenuto calorico. Se la famiglia ha un sano rapporto col cibo e con lo specchio, difficilmente potranno sorgere problemi gravi.
Un altro discorso può valere per la nutrizione vista come momento di aggregazione sociale: è chiaro che è praticamente impossibile impedire ad un ragazzo di frequentare un fast food con gli amici, ma bisognerebbe comunque capire quante volte ci si ciba in questo modo e cercare di limitare gli episodi.
Visto poi l’aumento dell’obesità già in età infantile, sarebbe cosa buona e giusta indirizzare il prima possibile i bambini verso un’attività sportiva o una disciplina come il ballo, che, oltre a migliorarne e preservarne la salute, accrescono l’autostima e le capacità di relazione.
Iriada Gjondedaj