Insulta dottoressa su Facebook, denunciata dall’Ordine dei Medici di Novara
Dalla violenza verbale a quella fisica, il personale del servizio sanitario è sotto pressione, per questo l’Ordine dei Medici e chirurghi odontoiatri di Novara ha deciso di adire le vie legali per alcune offese via social.
Maleducazione diffusa, atteggiamenti irrispettose, minacce che sempre più di frequente scaturiscono persino in aggressioni. E’ questo il clima denunciato da qualche tempo, dagli operatori sanitari che ora attraverso l’Ordine dei Medici prende posizioni anche a riguardo dei pesanti attacchi subiti a mezzo social contro i medici e personale del Servizio di continuità assistenziale (ex Guardia medica). L’ultimo episodio è di qualche giorno fa e l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara ha deciso che la misura è colma.
“Abbiamo infatti presentato una querela contro l’autrice di un post particolarmente insultante nei confronti di una dottoressa del Servizio di continuità assistenziale di Novara – spiega il presidente, Federico D’Andrea – Siamo arrivati a un punto di non ritorno e crediamo che a fronte di una serie di insulti pesantissimi non si possa più far finta di nulla. Per questo ci siamo rivolti all’autorità giudiziaria: è ora di finirla che chiunque possa pensare che sui social è ammesso tutto e si possa scrivere di tutto. Chi si comporta in maniera incivile e indegna deve assumersi le su responsabilità”.
Se un cittadino ha delle lamentele da fare, ritiene di essere stato vittima di un errato comportamento del medico, deve rivolgersi nelle sedi più opportune e aggiunge il Presidente D’Andrea :”Ricordiamo che presso l’Ordine esiste un’apposita commissione che valute se il comportamento di un iscritto viola o meno il Codice deontologico che rappresenta il faro per ogni medico. Per cui, invitiamo chiunque abbia delle proteste di rivolgersi all’Ordine e non a sfruttare i social per insultare chi fa il proprio mestiere. Senza neppure sapere le difficoltà che quotidianamente incontrano i medici del Servizio di continuità assistenziale e i rischi che corrono”.