Più controlli sugli abusivi, mezzi più efficaci alla polizia municipale ed un patto di condanna del terrorismo: sono le richieste avanzate con una mozione da “Io, Novara” e Forza Italia, a seguito dell’espulsione, da parte del Ministero dell’Interno, dei due sedicenti imam residenti all’ex campo Tav.
“E’ arrivato il momento di dire “basta”! Già tempo fa – dice il consigliere comunale di Io Novara Daniele Andretta – avevamo sollecitato l’amministrazione comunale, sia l’attuale sia la precedente, ad una presa di posizione più decisa sul tema della presenze, all’interno delle case del patrimonio edilizio popolare, di soggetti che sono stati oggetto di attenzione da parte del Ministero dell’Interno, alcuni raggiunti poi da provvedimenti di espulsione”.
Oggi, i due gruppi consigliari hanno sottoscritto una mozione che verrà portata in discussione in una delle prossime sedute di Palazzo Cabrino.
“In sostanza – spiegano Andretta, Gagliardi e Contartese – chiediamo una puntuale verifica degli occupanti delle case popolari e degli alloggi destinati all’emergenza abitativa, perché sappiamo esserci ancora molti abusivi e soggetti dediti allo scambio di chiavi che subaffittano dai regolari assegnatari. Poi chiediamo di dotare la polizia municipale, che deve occuparsi di fare questi controlli, di maggiori uomini e mezzi”.
“Infine – proseguono i consiglieri – rinnoviamo l’invito a stipulare con i rappresentanti delle comunità islamiche presenti sul territorio un patto di leale convivenza sotto forma di un appello di condanna del terrorismo. Un documento che dovrà essere scritto insieme, concordato e condiviso e che dovrà essere sottoscritto da tutti coloro che usufruiscono dei servizi del Comune. Non una sottoscrizione obbligatoria, perché non è possibile per legge. Ma è assolutamente necessario a questo punto trovare strumenti che ci consentano di sapere con chi abbiamo a che fare e quindi di fare chiarezza. Non dimentichiamo che i soggetti recentemente espulsi erano accusati di fare proselitismo: a questo punto noi dobbiamo sapere che ne è stato di quell’attività e quanto e se ha inciso nella comunità straniera presente a Novara. Noi crediamo che su questi fatti non debbano esistere ombre o dubbi e che la comunità novarese debba anche su questo essere rassicurata”.