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Novara

La beffa finale: la B tornerà a 22, così il Palazzo ripescherà chi gli aggrada

Il Consigli Federale riunitosi ieri non ha prodotto nessuna delle riforme annunciate. La serie B tornerà a 22 dal prossimo campionato, attraverso dei ripescaggi, i cui criteri saranno definiti il prossimo 31 dicembre.

Nel quasi assoluto silenzio (assordante) dei media, il Consiglio Federale si è riunito ieri (martedì 18 dicembre) in quella che doveva essere la giornata del “redde rationem”. Tutti i nodi ingarbugliati frutto di questa folle estate del calcio (serie B monca a 19, mancati ripescaggi, ricorsi e contro ricorsi) sarebbero dovuto venire al pettine. “Finalmente sistemeremo tutto” ci hanno raccontato dal Palazzo e dopo una giornata di intenso e proficuo lavoro, il management calcistico ha in pratica deciso di non decidere, facendo tornare tutte le cose a prima del “peccato originale”. Quello che doveva essere l’anno zero, partorirà il nulla, con una stagione 2019-2020 che vedrà la serie B ritornare a 22 squadre e per reintegrare le 3 mancanti, saranno istituiti dei ripescaggi. Non è uno scherzo, dopo aver messo in ridicolo in calcio italiano, i governanti del calcio non sono neppure riusciti a sfruttare l’occasione per fare l’unica cosa assennata che avrebbe avuto un senso: sfruttare l’opportunità di “cristallizzare” il format della serie B a 20 squadre, cosa che nelle parole, ma evidentemente non nei fatti, ha sempre trovato univoci consensi.

Uscendo dal Consiglio Federale, il Presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli si è pure dichiarato soddisfatto, malgrado avesse presentato la proposta di completare più razionalmente la riforma del format di serie B, portandola a 20 squadre, richiedendo per la serie C cinque promozioni (tre dirette e due tramite play-off), non trovando però riscontro dai colleghi rappresentanti le serie superiori (A e B). Anche perchè i presidenti della “cadetteria” stavano a loro volta spingendo per bloccare le retrocessioni e allora la soluzione trovata suona davvero come una beffa per Novara, Catania e Siena, che unitamente a Pro Vercelli, Ternana e pure Virtus Entella, hanno passato 6 mesi nei tribunali per chiedere ripescaggi o riammissione e bene che gli andrà, punteranno ad ottenere dei risarcimenti, nel qual caso arrivassero ad ottenere giustizia, con buona pace dei contribuenti, perchè spetterà sempre a loro pagare le spese, non certo a coloro che hanno creato il caos, tanto meno a quei 19 presidenti che si sono messi in tasca maggiori introiti.

L’inconcludente decisione del Consiglio Federale di ritornare a 22 attraverso i ripescaggi, fa a pugni con tutte le dichiarazioni fatte sino ad ora. Le 19 società di serie B in particolare, che avevano cercato di far passare il “golpe” di Ferragosto, come un atto coraggioso verso la tanto agognata riforma, tolgono la maschera su ciò che alla fine si riduce in una grossolana mossa per dividersi maggiori introiti di mutualità stagionali. Una manfrina per dividersi la torta in 19 anziché 22 fette, con una differenza a credito di circa 600 mila euro a società. Una figura barbina per pochi spiccioli, ma che importa, tanto sono soldi degli italiani e nessuno rischierà nulla, anzi… la questione ripescaggi ora tornerà utile soprattutto per quelle società di B che si erano stracciate le vesti contro chi (come il Novara calcio) si era iscritto al bando della Figc per il reintegro a 22, dopo i fallimenti e le esclusioni di Bari, Cesena ed Avellino.

Quando infatti sarà stilata una nuova graduatoria, il peso dei punti accumulati dalle squadre retrocesse dalla B sarà determinante proprio in favore di coloro che hanno impedito con tutte le loro forze che Siena, con Novara e Catania; oppure Ternana e Pro Vercelli potessero essere ripescate nel campionato di B corrente.

“Il prossimo 31 gennaio si riunirà nuovamente il consiglio federale per definire i criteri dei ripescaggi per completare gli organici ( tre squadre) e si dovranno approvare criteri in linea con la riforma” ha spiegato ancora Ghirelli e siccome se la cantano e se la suonano, è facile capire come andranno le cose. Con buona pace dell’innovatore Carlo Gravina, che quando questa estate era ancora Presidente in Lega Pro, ma in corsa per la carica di Presidente di Federazione, si stracciò le vesti in favore delle squadre ricorrenti, usando la questione “mancato ripescaggio” come una clava elettorale, e definendo abominevole il campionato zoppo di B a 19. Una volta eletto, deve evidentemente aver cambiato idea. Così come deve essere venuto a miti consigli pure Giancarlo Giorgetti, che da Sottosegretario allo Sport, aveva tuonato contro Coni, Figc e tutte le Leghe, per l’insana gestione della situazione ripescaggi, ed aveva chiesto riforme chiarificatrici, firmando di suo pugno un decreto nella direzione della certezza del diritto, che dava al Tar, l’onere e l’onore di dirimere in tempi certi, tutte le questioni che invece ancora oggi si trascinano di tribunale in tribunale. Peccato che poi, trascorsi 60 giorni, si sia dimenticato di far convertire in legge il suo stesso provvedimento, così il famoso e risolutivo decreto Giorgetti è rimasto lettera morta, con buona pace del cosiddetto governo del “cambiamento”.