“La Città della salute si farà con le modalità più rapide”. Il presidente della Regione a Novara. Canelli: “Abbiamo bisogno una soluzione immediata”
“Il progetto di Novara è pronto, ha superato più di un vaglio ma poi è stato bloccato al Ministero. Cosa che non è accaduta per il Parco della Salute di Torino che ha avuto il via libera. Al Ministero chiediamo parità di trattamento, coerenza nella valutazione dei progetti. La Città della Salute di Novara si farà e si farà secondo le modalità più rapide. E se il partenariato pubblico-privato va bene per Torino, deve andare bene anche per Novara”. Parole del presidente della Regione Alberto Cirio questa mattina (venerdì) a Novara nell’aula magna dell’Ospedale Maggiore dopo la Giunta monotematica che si è tenuta in città. “Non si possono usare due pesi e due misure” ha sottolineato nell’introduzione dei lavori l’assessore regionale Matteo Marnati in riferimento al via libera arrivato per Torino al blocco ancora esistente per Novara. “Abbiamo bisogno subito della realizzazione della Città della Salute – ha rimarcato il sindaco Alessandro Canelli – Abbiamo bisogno di una nuova struttura perché abbiamo bisogno di integrare le funzioni ospedaliere con quelle universitarie. Il progetto è partito nel 2001, diciotto anni fa…Si calpesta e si ignora la volontà di tutto il sistema territoriale. La Città della Salute sta diventando la nostra Tav” . E se Cirio chiede il rispetto dei patti e che la città della salute venga fatta con le modalità più rapide, l’assessore alla sanità Luigi Icardi ha lasciato spazio anche a un’alternativa, ad esempio un finanziamento da parte dell’Inail. “Pur tenendo presente che la via prioritaria è quella del partenariato pubblico-privato – ha aggiunto Icardi – credo che sia giusto percorrere anche l’altra strada: quale soluzione arriverà prima, noi la seguiremo”. “Noi abbiamo bisogno di una soluzione immediata, ha detto il sindaco Canelli – ha ricordato Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, che si è impegnata a finanziare la quota del 10% del costo dell’opera che è di 320 milioni di euro – L’Università vuole contribuire ma ce lo dovete dire subito: se la Città della Salute non si fa, questi soldi l’Università li spende diversamente. Non possiamo accettare soluzioni che spostino più in là i tempi; Novara è uno dei pochi atenei in costante crescita, qui c’è l’eccellenza”. “Credo – ha concluso – che noi non partiremo finché non partirà Torino”.